domenica 11 febbraio 2018

Ho letto per voi i programmi elettorali su cultura, lettura, biblioteche

(ma non ringraziatemi, c'è voluto pochissimo tempo)


Si continua a ripetere che uno dei nostri problemi  è il fatto che gli italiani leggono pochissimo, che c'è un diffuso analfabetismo funzionale dal quale discendono un bel po' di altri questioni, così sono andata a leggere i programmi elettorali relativi a questi temi. Ho scorso i programmi culturali e quelli dedicati a scuola e istruzione delle varie formazioni politiche e vi riporto le parti dedicate alle questioni legate ai libri e alla lettura, alle biblioteche

LIBERI E UGUALI


Liberi e Uguali ha una sezione dedicata alla cultura intitolata Con la cultura si vive nella quale si accenna alle biblioteche che "devono tornare ad essere centri di aggregazione e scoperta"
Nell'approfondimento programmatico si parla di maggiori investimenti per la digitalizzazione degli archivi, del problema della conservazione del patrimonio documentario nativo digitale e infine si afferma che "Va ridotta la frammentazione dei siti, per esempio delle biblioteche, che diventano spesso doppioni, mentre invece si possono specializzare, coordinandosi e trovando, nella rete una sinergia importante. Il rilancio di un sistema integrato di biblioteche pubbliche deve essere un punto qualificante di una nuova stagione di investimenti per la cultura."
Si riconosce inoltre che serve una valutazione del volontariato che non può essere sostitutivo del lavoro, e che è necessario un processo per la rivalutazione e il riconoscimento delle professioni culturali.


FORZA ITALIA, LEGA, FRATELLI D'ITALIA, NOI PER L'ITALIA


Il programma della coalizione di centro-destra al decimo ed ultimo  punto, Più tecnologie, cultura e turismo. Tutela dell'ambiente. Efficientamento energetico, fa uno scarno elenco nel quale si legge "sviluppo e promozione di cultura e turismo" e nient'altro.


MOVIMENTO 5 STELLE


Nel programma per i Beni Culturali del Movimento 5 stelle si citano le biblioteche (assieme ad archivi, musei complessi monumentali) una sola volta, laddove si descrive il sistema dell'Art Bonus. Il punto programmatico è "apportare migliorie all'attuale sistema garantendo la massima trasparenza"


PARTITO DEMOCRATICO


Il Partito Democratico ha una sezione del proprio programma intitolata Più cultura. Scuola e Università al centro. Qui propone una nuova legge sull'editoria con misure di sostegno per tutte le filiere del libro. Si parla poi di "strategia integrata per la lettura e il ragionamento logico matematico: potenziare queste competenze attraverso tutte le azioni possibili, interventi disciplinari e interdisciplinari, sia di tipo tradizionale che innovativo (sostenendo la rete delle biblioteche scolastiche in sinergia con il Mibact e approvando una legge sulla promozione della lettura e della scrittura)." e ci si propone di "istituire un fondo unico che raccolga tutti i finanziamenti già esistenti per completare la digitalizzazione e catalogazione del patrimonio culturale italiano."


POTERE AL POPOLO


La sezione del programma di Potere al Popolo intitolata Beni e attività culturali, comunicazione e informazione, propone "un piano straordinario di manutenzione del paesaggio e del nostro patrimonio storico ed artistico, bibliotecario e archivistico", si pone il problema del precariato dei lavoratori della cultura e propone di portare l'investimento nella cultura ad almeno l'1% del PIL, contro l'attuale 0,7


+EUROPA


Non pervenuto. Nel programma della lista di Emma Bonino non esiste neppure una sezione dedicata alla cultura e alle politiche culturali.




Provando a tirare le somme è evidente che coalizione di centro destra, +Europa e Movimento 5 stelle non ritengono di nessun interesse sviluppare proposte o promesse elettorali sui temi della cultura, il documento dei 5 stelle, che pur dedica spazio all'argomento, in realtà si limita a descrivere la situazione esistente proponendo di apportarvi generiche migliorie.
Diversa, almeno in apparenza, la situazione nei programmi di LeU, PaP e Partito Democratico
Liberi e Uguali e Potere al Popolo pongono il problema del precariato del lavoro culturale  e parlano di biblioteche ma con proposte talmente generiche e confuse da essere di fatto inesistenti.
Il Partito Democratico promette una legge sull'editoria, una strategia per la lettura e una legge sulla promozione della lettura,  abbellendo il tutto con ornamenti ad effetto (Piano cultura 4.0, Italia capofila nella strutturazione di una rete di luoghi del sapere) ma privi di sostanza.
Forse qualcuno penserà che si tratti di temi marginali rispetto alle emergenze del paese e che sia normale non trovare grandi riferimenti nei programmi dei partiti ad argomenti così specifici. Mi permetto di dissentire: l'analfabetismo funzionale è una delle maggior fonti di disuguaglianza ed esclusione sociale e progetti per la sua riduzione, per la diffusione di un programma capillare di promozione della lettura dovrebbero decisamente maggior rilevanza nei programmi elettorali.
Insomma dovremo ancora aspettare.