domenica 7 giugno 2015

Per una Biblioteca Nazionale dell'Inedito. Dall'idea al progetto

E alla fine salta fuori che l'idea lanciata dal Ministro Franceschini di creare una Biblioteca Nazionale dell'Inedito particolarmente nuova ed inedita non è.
Ci penso da qualche giorno, qualcuno ha citato Borges, qualcun altro L'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, e oggi finalmente, frugando nelle memoria sempre più labile delle mie letture disordinate, mi è venuto in mente. Insomma esiste già una biblioteca che raccoglie gli inediti.
Nella mente di uno scrittore, è vero, e nelle pagine di un romanzo, ma descritta in maniera talmente dettagliata sia negli spazi che nelle funzioni da poter essere utile.
Insomma penso che quando il Ministro vorrà passare dalla enunciazione dell'idea alla stesura di un progetto non potrà prescindere dalla lettura del romanzo di Richard Brautigan, L'aborto una storia romantica.
Protagonista del libro è un giovane bibliotecario di Los Angeles che vive e lavora in una biblioteca che raccoglie i manoscritti, gli inediti, i libri non pubblicati

La biblioteca
Questa biblioteca è nata perché si sentiva il bisogno e il desiderio di un luogo simile. Doveva esserci, ecco, una biblioteca così. Quel desiderio ha fatto esistere quest'edificio, non molto grande, e il personale a esso dedicato, al momento rappresentato interamente da me.

Gli spazi
Se lo spazio è un grosso problema per tutte le biblioteche lo è, a maggior ragione per una biblioteca che raccolga inediti. In quella di Los Angeles si sono organizzati con grandi magazzini esterni:
Dato che questo edificio non è grande siamo stati costretti a immagazzinare migliaia di volumi altrove. [...] Sono così tanti i libri che si scrivono e che, per scelta o per destino, finiscono da noi. Abbiamo incamerato centoquattordici libri sulla Ford Model T, cinquantotto sulla storia del banjo e diciannove sullo scuotimento del bufalo, da quando la biblioteca è stata fondata. Tutti i cataloghi con i libri registrati uno per uno di anno in anno, sono qui. Ma la maggior parte dei libri si trovano in caverne chiuse ermeticamente, nel Nord della California.

Gli orari 
La biblioteca è aperta ininterrottamente per consentire agli scrittori di consegnare in biblioteca la loro opera in ogni momento.

L'utenza
Nessuno frequenta la biblioteca, a parte gli scrittori che consegnano i propri libri, nessuno è interessato a leggerli, a consultarli, a prenderli a prestito

La collocazione dei libri
Non usiamo il sistema di collocazione Dewey né alcun altro sistema, per catalogare i nostri volumi. Li annotiamo sul nostro Librone, via via che arrivano. Quindi lasciamo che sia lo stesso autore a collocare il suo libro dove gli aggrada, su un qualsiasi scaffale, a suo piacimento.
Non importa dove viene collocato, tanto non viene mai nessuno a prenderli in prestito, né a leggerli sul posto.

Il personale
Pochissime le spese per il personale di questa biblioteca. Ne basta uno, che viva in una piccola stanza sul retro, da pagare in maniera irrisoria e senza particolare preparazione:
Molti hanno lavorato qui prima di me. L'avvicendamento è molto rapido. Credo il trentacinquesimo o trentaseiesimo bibliotecario. Ho ottenuto il posto perché ero l'unico che avesse i requisiti necessari. Ho trentun anni e non ho mai fatto veri e propri studi da bibliotecario.


Per dovere di cronaca va anche detto che ad un certo punto la protagonista femminile dice al bibliotecario:
«Le va di scherzare» disse. «O vuol darmi a bere che in questo posto ci sono delle regole? Non so proprio come dirglielo, ma lei lavora in un posto a dir poco stravagante, questa biblioteca  è una totale follia»


 L'aborto, una storia romantica, di Richard Brautigan, ISBN 2012 (precedentemente pubblicato col titolo La casa dei libri)

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