martedì 17 giugno 2014

E la chiamano estate

Biblioteca presa d'assalto in questi giorni. Dai genitori degli studenti condannati alle letture estive e dai recalcitranti figli. Molti vengono  per la prima volta, indirizzati dagli insegnanti. E si vorrebbe aver più tempo per spiegare che sì i libri li prestiamo gratis e che prestiamo gratis anche i dvd. E che i libri e i dvd che prestiamo non ci vengono regalati ma li acquistiamo. E che questo è possibile (con sbrigativa semplificazione) grazie alle tasse che tutti paghiamo o dovremmo pagare. E no signora, non è uno spreco comperare libri per la biblioteca coi soldi delle tasse e magari, se smette di parlare al cellulare mentre iscrivo sua figlia, glielo spiego per bene.
E invece tocca andar di fretta  e si corre il rischio di perdere i contatti con questi nuovi frequentatori, quelli più difficili da raggiungere, capitati per caso, inconsapevoli, che non sanno cosa possono trovare in biblioteca, e se può tornare loro utile in altri momenti oltre a quello di un occasionale prestito estivo. Quelli insomma al di fuori del gran tour della biblioteca, il cui pacchetto all inclusive  prevede  lettura animata o laboratorio, iscrizione e prestito forzoso e che è la principale forma di "reclutamento" di nuovi iscritti.

Quanto alle letture estive, nulla di nuovo, è il caso di dirlo, sotto il sole. Nulla di diverso da quanto, in tanti, diciamo da anni (qui e qui).
Mi limito a chiedermi se un libro come Se questo è un uomo di Primo Levi possa essere consigliato  sia a dodicenni che a diciottenni.
E mi sembra che Jumpinshark descriva molto bene quel corto circuito fra piacere e dovere che è proprio delle famigerate letture esitve:

Quello che mi infastidisce è il dover leggere per piacere: dicono che leggere è bellissimo, un divertimento, una scoperta, quasi una magia, e tolgono ogni scoperta e rovinano buona parte del divertimento assegnandomi, come per magia, i libri. Rispetto l'autorità ma mi sento ingannato: se sono cose che devo fare (e farmele piacere) si dica onestamente che sono "compiti"

Alessandro Gazoia, Come finisce il libro. Contro la falsa democrazia dell'editoria digitale, Minimum fax, 2014

martedì 10 giugno 2014

Marx e la polvere dell'anima

In rete, su facebook, twitter si moltiplicano le citazioni dedicate alla lettura al suo valore, alle sue virtù talvolta taumaturgiche o di elevazione spirituale.

Ne ho raccolte un po' ultimamente, ve le propongo qui sotto

"I libri lavano via dall'anima la polvere di tutti i giorni"
 Sinceramente lavassero via di casa la polvere di tutti i giorni, se ne potrebbe riparlare

"I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro".
Carlos Ruiz Zafón

“Questo devono fare i libri, portare una persona e non farsi portare da lei, scaricarle il giorno dalla schiena, non aggiungere i propri grammi di carta alle sue vertebre…” (Erri De Luca)

"Se desideriamo raggiungere una vera comunione con la creatura amata, il mezzo più certo è di leggere nello stesso tempo il medesimo volume, comunicando con lei attraverso le parole di un altro". (Pietro Citati)

"I libri mi riempivano il cranio e mi allargavano la fronte. Leggerli somigliava a prendere il largo con la barca, il naso era la prua, le righe onde"

"La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno".

"Un libro è un giardino che ci portiamo con noi in tasca"

"I libri ci conducono nelle loro anime e ci aprono di fronte a noi i nostri segreti"

Immagino che queste massime vengano postate con l'intenzione di attirare nuovi lettori ma sinceramente non credo che con la loro retorica, il loro tono spesso dolciastro, estrapolate dal contesto, non di rado di dubbia attribuzione, abbiano mai convinto qualcuno ad aprire un libro, abbiamo mai forgiato nuovi adepti alla religione della lettura.
Probabilmente hanno invece l'effetto di solleticare la vanità di chi lettore lo è già, convincendolo, o corroborando la sua convinzione, di essere particolarmente sensibile e dalla mente aperta.

Io, terra terra, preferisco la massima attribuita a Marx, Groucho Marx:

"All'infuori del cane, il libro è il migliore amico dell'uomo. Dentro il cane è troppo scuro per leggere"