giovedì 14 novembre 2013

Scusate, c'è un medico in sala?

Sto leggendo, in realtà saltabecco qui e lì per le pagine, Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin, Sellerio.
Arrivata alla parola depressione sono un po' perplessa.
Quando non ho le idee chiare  su qualcosa mi piace ripartire dalle definizioni.
Copio quella del Dizionario di medicina Treccani (Qui la definizione per esteso).

Depressione 

Deviazione del tono affettivo in senso malinconico, triste, con sintomi cognitivi, comportamentali e somatici che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire il tono dell’umore in modo da lieve a grave, compromettendo la socialità e la psicologia di una persona. La d. non è quindi un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura sé stessa, gli altri e il mondo esterno. La d. talvolta è associata a ideazione suicidaria e quasi sempre si accompagna a deficit dell’attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari e della libido, estrema ed immotivata prostrazione fisica.
Classificazione. I meccanismi all’origine del disturbo consisterebbero in una disfunzione della neurotrasmissione cerebrale della serotonina, della noradrenalina e della dopamina...


Insomma mi sembra una cosa seria, una malattia le cui cause sono probabilmente molteplici e di diversa natura (Qui trovate un po' di approfondimenti).
Ora invece vi trascrivo come viene definita la depressione in Curarsi con i libri
La depressione è una scala graduata. Nel migliore dei casi, come capita ogni tanto alla maggior parte di noi, significa una giornata o un periodo in cui non va bene niente, ci sembra di non avere amici, e ci sentiamo prigionieri della malinconia. (...)
Nel peggiore dei casi, tuttavia, c'è un'enorme nuvola nera che scende su di noi senza preavviso, senza una ragione particolare, e senza via d'uscita. Questa è la depressione clinica, una grava forma di malattia mentale che è difficile da trattare e soggetta a ricadute. Se siete abbastanza sfortunati da essere inclini a questo tipo di depressione, è improbabile che una lettura leggera e ariosa possa tirarvi su. (...)
Può sembrare una contraddizione, ma in questi momenti un romanzo che dice le cose come stanno - con personaggi che si sento altrettanto depressi di voi, o con una visione del mondo senza compromessi nella sua negatività - può colpire nel segno, incoraggiarvi a essere più gentili con voi stessi, offrirvi sostegno in maniera appropriata ...

Ecco per dirla con Luca Ferrieri tutto questo mi genera un moto di salutare diffidenza, anzi di profonda indignazione.
Parliamo di libri, suggeriamo letture, giochiamo anche al dottore e all'ammalato se proprio vogliamo farlo ma con la consapevolezza che in ogni caso la lettura non è una medicina e che la tentazione di prescrivere un libro per ogni malattia, se non è intesa come un gioco, è sommamente pericolosa (ancora Ferrieri, Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire, p. 99).
Insomma  la depressione, gli attacchi di panico son cose serie, ci vuole il medico, non scherziamo per favore

1 commento:

  1. Questo libro mi incuriosiva non poco. Anche se ritenevo il titolo più una boutade per vendere. Ma da quel che scrivi ho l impressione di un tuo giudizio negativo

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