venerdì 28 giugno 2013

Le solite letture estive

Qualche giorno fa, al termine di una mattinata in biblioteca passata a "infliggere" letture estive scrivevo su facebook due messaggi:

Studenti e liste di lettura. Esaurite tutte le copie di La coscienza di Zeno, in esaurimento Il giovane Holden e L'amico ritrovato. Esauriti di Primo Levi Se questo è un uomo e I sommersi e i salvati. Il sistema periodico e La chiave a stella  non se li fila nessuno. Va forte Pirandello. Prof. proviamo a variare un po?

Studenti con lunghe liste di letture per l'estate.   -  ne devo leggere 3, quali sono i più corti?

Grazie ai commenti di alcuni colleghi  è nato un bollettino degli "esauriti" cui si sono aggiunte una serie di riflessioni interessanti che provo a riportare
Da Pistoia segnalano finiti  Una questione privata, Il pozzo e il pendolo, Assassinio sull'Orient Express, da Cervia Il barone rampante, Il giardino segreto, Io e te... nel frattempo da noi sono terminate tutte le copie dei vari baroni, visconti e cavalieri di Calvino.

Insomma tutti gli anni la stessa storia (vi accennavo qui): liste di libri, sempre gli stessi, a volte pochi, 5 - 6, suggeriti indistintamente e indiscriminatamente a classi di oltre 25 studenti.
A ogni lettore il suo libro/a ogni libro il suo lettore?  assolutamente no, piuttosto le letture estive concepite come campagne di vaccinazione obbligatorie col rischio che l'unica malattia che si andrà a debellare sarà proprio quella che invece si vorrebbe inoculare: la passione per la lettura.
E infatti, come scrive Antonio, "non è un caso se, raggiunto il diploma, gli studenti scompaiono quasi dalle statistiche delle biblioteche. 13  anni di scuola sono un colpo mortale per ogni lettore potenziale".

Letture estive vissute con fastidio anche dalle famiglie che davanti al tutto esaurito delle biblioteche non si pongono nemmeno il problema di acquistare il libro, magari in piccoli gruppi (si tratta sempre di edizioni economiche che non vanno oltre i 10 - 12 euro), considerandolo un oggetto sul quale non vale la pena buttare denaro, privo completamente di valore, di capitale simbolico.
Riscuote scarso successo anche l'idea, per i libri il cui diritto d'autore è decaduto, di accedere all'ebook gratuito, e questo dovrebbe forse far riflettere sul fatto che la diatriba su lettura cartacea versus digitale è veramente poca cosa rispetto al problema vero che è quello della lettura tout court.
Alcune biblioteche provano ad intervenire, parlando direttamente con gli insegnanti, come mi racconta Donata, coinvolgendoli, sensibilizzandoli riguardo all'impossibilità da parte della biblioteca di soddisfare decine e decine di utenti con le stesse richieste.  In alcuni casi i bibliotecari riescono a proporre agli insegnanti proprie liste, percorsi di lettura, più ampi e più variati ma è innegabile che si tratti di casi abbastanza isolati e che non esista una solida e diffusa tradizione di proposte di letture estive e di collaborazione biblioteche/scuole in questo senso.

Da collocare invece alla voce "Colossali corbellerie che potevano essere concepite solo da chi, pur lavorando in biblioteca, non ne ha un'idea" la proposta per il prossimo anno di contattare anticipatamente gli insegnanti, chiedere loro la lista delle letture estive ed acquistare tutte le copie necessarie (10, 100, 1.000? a questo punto prendete le carte delle collezioni delle vostre biblioteche e fare un bel rogo, per far bruciare meglio aggiungete anche qualche volume sulla costruzione delle raccolte) per soddisfare tutte le esigenze degli studenti.

E infine il secondo post, quello sulla lunghezza dei libri. E' il tormentone dell'estate: studenti che contano le pagine, analizzano la grandezza dei caratteri, soppesano i tomi (una collega mi raccontava che, stanca di sentirsi chiedere quale fosse il libro più leggero, aveva portato in biblioteca una bilancia) salvo poi portarsi a casa libroni immensi se suggeriti dagli amici, come mi racconta Paolo.

Studente: Di questa lista della scuola, mi dia il più corto.
Bibliotecario: Sarebbe Tonio Kröger.... corto ma un po' impegnativo...
Studente: Va bene lo stesso, basta che sia corto. A proposito, avete Il signore degli anelli?
Bibliotecario: Sì, ma è lunghissimo!
Studente: Va bene lo stesso, mi ha detto un mio amico che è bello

E se per un anno si provasse a lasciar fare a loro, agli studenti? Se potessero scegliere liberamente le letture, parlandone con gli amici, facendo un giro in biblioteca. Se l'unico "obbligo" fosse quello di provare a raccontare il perché della propria scelta, senza schede riassuntive, domande sulle comprensione del testo. Se per un'estate fossero gli insegnanti a dover leggere i libri suggeriti dagli studenti, sarebbe così terribile?

Grazie a Cristina Bambini, Donata Caselli, Alessandra Farabegoli, Brunella Garavini, Alessandro Lucchi, Paolo Pezzolo, Antonio Tolo per i contributi.

domenica 9 giugno 2013

Lo scaffale dei lettori

TTL - TuttoLibri, le pagine culturali online de La Stampa si arricchiscono con nuove funzioni social dedicate ai libri e ai lettori.
Su modello di quanto avviene ormai da anni all'estero (provate a guardare, ad esempio, le pagine dedicate ai libri di The Guardian) nel nuovo spazio Lo scaffale dei lettori è possibile, iscrivendosi, commentare i libri che vengono settimanalmente proposti dalla redazione (due per il momento: ZeroZeroZero di Roberto Saviano e Inferno di Dan Brown). Nello spazio La parola ai lettori è possibile inserire non solo le proprie  recensioni ai libri che si amano maggiormente ma anche articoli e racconti. Inoltre ogni utente può creare un gruppo di lettura ed iscriversi a tutti quelli che preferisce.
Ad appena un paio di settimane dalla sua nascita è ancora presto per capire se Lo scaffale dei lettori avrà successo e diventerà un luogo di dialogo e confronto fra amanti dei libri. Al momento la parte più "macchinosa" appare quella dei gruppi di lettura ai quali si può accedere solo tramite invito e per accettazione. Inoltre mancano alcune funzionalità,  come quelle che consentono di poter visitare il profilo degli altri iscritti e vedere agevolmente i loro contributi (al momento è possibile solo dalla sezione Graduatorie).
Insomma resta da capire se quella che viene definita "la social app di TuttoLibri" si evolverà in maniera da diventare una vera e propria comunità del libro e dei lettori, o se non si tratti, invece, di un sistema attraverso il quale arricchire le proprie pagine con  i contributi dei singoli lettori.

lunedì 3 giugno 2013

Il libro disa(r)mato

Robert The - Book gun (2006)
Ho appena finito di rileggere un piccolissimo libro, solo 54 pagine, che racconta in maniera sintetica, ma estremamente lucida e precisa, la situazione italiana delle lettura e dei lettori,  le tendenze dell'editoria e i suoi problemi.
Si tratta de Il lettore a(r)mato. Vademecum di autodifesa di Luca Ferrieri. Libro attualissimo  ma che è stato pubblicato esattamente 20 anni fa.
Era il 1993, il web muoveva, come si suol dire,  i primi passi, Domenico Rea vinceva il Premio Strega con Ninfa plebea, veniva pubblicato in Italia Come un romanzo di Daniel Pennac. La collana Centopaginemillelire della Newton Compton, che aveva iniziato le pubblicazioni nell'anno precedente, e i Millelire di Stampa Alternativa, "si affacciavano con prepotenza fra i top ten - tuttolibri doveva varare una categoria apposita che li "isolasse" dagli altri testi , permettendo così il riaffiorare in graduatoria dei pocket tradizionali, altrimenti sommersi da questi supereconomici". (Tirature '93, a cura di Vittorio Spinazzola).
Luca Ferrieri parla di una macchina editoriale  i cui 40.000 libri l'anno (oggi sono circa 65.000) sono rovesciati ogni anno sui banchi delle librerie  per tenere in vita una macchina sempre più inquinata e sempre più inquinante, una macchina che ha bisogno di rendere sempre più veloce la vita del libro, sempre più deperibile e sostituibile il contenuto, sempre più anonimo, standardizzato, sempre più ignoto il lettore..., avverte della necessità di riportare al centro della teoria e della pratica il lettore reale e mette in guardia dai pericoli di considerare il lettore esclusivamente come un consumatore e il libro come una merce. E ancora considera i danni causati all'industria culturale dalla riduzione della lettura a fruizione, dalla separazione tra la promozione del libro (oggetto che deve venire acquistato) e promozione della lettura. In questo panorama sconsolante nel quale le case editrici hanno rinunciato al loro ruolo di individuazione e selezione delle opere, Ferrieri vede una via d'uscita nella forza dei lettori: Il lettore disarmato può fare del disarmo la sua arma: proprio l'estraneità rispetto ai giochi editoriali, l'esclusione da ogni sede decisionale che non sia quella di vendita/acquisto, possono divenire punti di forza e capovolgersi in coscienza del proprio ruolo di portatore di un'utopia chiamata lettura.
Oggi,  è ancora così? Esiste ancora un'utopia chiamata lettura? Vorrei avere la forza visionaria  di Ferrieri ma credo che vent'anni di editoria mercantile abbiano ulteriormente abbassato la soglia e che se esistano sacche di resistenza di portatori di lettura, ad essere completamente disarmato sia il libro che ha perso capacità di attrarre, sedurre, essere punto di riferimento.

Negli ultimi mesi, mio malgrado, ho passato molto tempo nelle sale d'attesa di vari reparti dell'ospedale della mia città. In quasi tutte una bella libreria con una selezione anche accurata, non banale, di libri ed audiolibri. Volumi nuovissimi mai toccati, spesso aperti per la prima volta da me. Qui ho capito che il libro è diventato un oggetto sconosciuto, privo di forza.
Una libreria e, davanti ad essa, a pochissima distanza tre persone sedute. E il tempo. Il tempo lunghissimo, metafisico dell'attesa: alzarsi, sedersi, controllo del cellulare, rialzarsi, due passi, uno sguardo fuori dalla finestra, attenta analisi del contenuto del distributore bevande, di nuovo a sedere, due parole sul tempo, è una eterna mezza stagione, signora mia, e quanto ci mettono, non finiscono più.
Allo scaffale e ai suoi libri nemmeno uno sguardo. Completamente invisibili, totalmente disarmati.