martedì 31 dicembre 2013

Passeggiate letterarie

Galerie Véro-Dodat. Parigi

Così il flâneur passeggia nella sua stanza
Walter Benjamin


Rileggendo i Passages di Parigi di W. Benjamin  mi imbatto in questa frase:

O più esattamente: in modo netto la città si scinde per lui - il flâneur - nei suoi poli dialettici: gli si apre come paesaggio e lo racchiude come una stanza.

che mi sembra descrivere  esattamente quello che ci succede quando leggiamo. Insomma l'associazione passeggiare/leggere non è certamente nuova ma mi fa tornare in mente un lavoro iniziato anni fa, poi abbandonato e che ora vorrei riprendere e che si occupa proprio di passeggiate narrative, di scoprire luoghi, città, piazze, strade attraverso le parole degli scrittori, attraverso i loro romanzi e racconti.

Si tratta di una mappa, per ora limitata all'Italia, in cui sono segnalati luoghi letterari. Il materiale è eterogeneo e "sperimentale" e risente di varie fasi: pensato inizialmente come strumento per una biblioteca,  in certi casi, cliccando sul titolo del libro, troverete il link al catalogo della biblioteca stessa. In altri casi, invece, troverete il link alle pagine Wikipedia degli autori, o alle loro pagine personali. O ancora, provate a selezionare Roma, Piazza Argentina e troverete le poche, scarne parole, che descrivono la morte accidentale del figlio del protagonista di Un borghese piccolo piccolo. Cliccando sul titolo ritroverete la stessa scena tratta dal film di Monicelli.

Per ora lo propongo così com'è,  poi un po' per volta (ah, i propositi per l'anno nuovo!) cercherò di aggiornarlo, di renderlo più omogeneo, di allargarne i confini, anche proponendo altri progetti e altre mappe letterarie meno "casalinghe" della mia.
Ovviamente indicazioni, segnalazioni, citazioni sono graditissime!


Visualizza Viaggio in Italia.... 

martedì 17 dicembre 2013

Altrove e fuori

Versunkene Bibliothek (Biblioteca affondata) in Bebelplatz 
a Berlino, ricorda il primo rogo di libri dell'epoca nazista

...sicché i Koniás di tutto il mondo vanamente bruciano libri, e quando quei libri hanno registrato qualche cosa che vale, si sente solo la risata silenziosa dei libri bruciati, perché un libro come si deve rimanda sempre altrove e fuori.

Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa,  Einaudi, 1991






Si è parlato di roghi di libri in questi giorni e se è vero, come dice J. Brodsky che ci sono crimini peggiori del bruciare i libri. Uno di questi è non leggerli (e chissà se Brodsky lo dice veramente o se è solo una di quelle citazioni che girano e rigirano in internet), ecco qualche lettura sui roghi di libri.


Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, ovviamente, per cominciare
Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l’arma. Castriamo la mente  dell’uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell’uomo istruito?


Uno dei roghi più famosi è quello nel sesto libro del Don Chisciotte. Il curato, il barbiere, la nipote e la governante entrano nella stanza del cavaliere e trovano più di cento volumi grandi e ben rilegati, e altri più piccoli che vengono ritenuti colpevoli della pazzia di Don Chisiciotte.
No - disse la nipote -; non bisogna risparmiare nessuno, perché sono stati tutti responsabili del male; sarà meglio scaraventarli dalla finestra nel patio, farne una catasta e appiccarvi il fuoco; oppure portarli in cortile e fare lì il rogo, così non darà molestia il fumo.
La governante fu d'accordo: tanto era la voglia che avevano entrambe di dar morte a quegli innocenti...


Il nome della rosa di Umberto Eco si chiude con il rogo della biblioteca e dell'intera abbazia
Il lume andò a cadere proprio nel mucchio di libri precipitati dal tavolo, accatastati l'uno sopra l'altro con le pagine aperte. L'olio si versò, il fuoco si apprese subito a una pergamena fragilissima  che divampò come un fascio di sterpi secchi. Tutto avvenne in pochi attimi, una vampata si levò dai volumi, come se quelle pagine millenarie anelassero da secoli all'arsione  e gioissero nel soddisfare di colpo una immemoriale sete di ecpirosi.


Nelle pagine finali di Auto da fé di Elias Canetti, Kien, il protagonista, si lascia bruciare assieme ai propri libri
Libri e libri si rovesciano dagli scaffali sul pavimento. Lui li raccatta con le sue lunghe braccia. In silenzio, perché non lo sentano da fuori, porta nell'atrio una pila dopo l’altra, e tutte insieme le accatasta contro la porta di ferro. E mentre ancora lo spaventoso fracasso gli manda in frantumi il cervello costruisce con i libri una poderosa trincea. L’atrio si riempie di volumi e volumi. Lui si aiuta con la scala. Ben presto ha raggiunto il soffitto. Torna nella sua stanza. Gli scaffali gli spalancano in faccia occhiaie vuote. Davanti allo scrittoio il tappeto è in fiamme. Porta fuori tutti i vecchi giornali dalla stanzetta accanto alla cucina. Li apre e li gualcisce, li appallottola e li getta in tutti gli angoli. Riporta la scala dove era prima, al centro della stanza. Sale fino al sesto gradino, sorveglia il fuoco e aspetta. Quando finalmente le fiamme lo raggiungono ride forte, come non ha mai riso in tutta la sua vita.


L'imperatore Shih Huang Ti, ci racconta Borges in La muraglia e i libri, ordinò la costruzione della muraglia cinese e la distruzione per mezzo delle fiamme di tutti i libri scritti prima di lui.
Forse Shih Huang Ti circondò della muraglia l'impero perché sapeva che questo era effimero e distrusse i libri perchè capiva che erano libri sacri, ossia libri che insegnano ciò che insegna l'universo intero o la coscienza d'ogni uomo. Forse l'incendio della biblioteca e la costruzione della muraglia sono operazioni che in modo segreto si annullano


L'imperatore fa bruciare i libri per cancellare il passato prima di lui, in 1984, invece, il passato viene continuamente riscritto.  "Chi controlla il passato" diceva lo slogan del Partito "controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato". [...] Quando qualcuno sapeva che un certo documento doveva essere distrutto, oppure vedeva per terra un pezzo di carta in tutta evidenza gettato via, automaticamente sollevava il coperchio del buco della memoria più vicino e ve lo lasciava cadere dentro, dove un vortice di aria calda l'avrebbe trasportato fin nelle enormi fornaci nascoste da qualche parte nei recessi del fabbricato. 
[...] Sapeva soltanto approssimativamente quello che accadeva nel labirinto invisibile al quale portavano i tubi pneumatici. Una volta che fossero state raccolte e ordinate tutte le correzioni che si erano imposte per un particolare numero del «Times», il numero in questione veniva ristampato, mentre la copia originale veniva distrutta e sostituita negli archivi da quella nuova. Un simile processo di alterazione continua non era applicato solo ai giornali, ma anche a libri, periodici, manifesti, film, commenti sonori, cartoni animati, fotografie, insomma a ogni scritto o documento passibili di possedere una qualche rilevanza politica o ideologica. Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto, il passato veniva aggiornato.

Manuel Rivas in I libri bruciano male, un libro complesso, una lettura "difficile", se ne parla qui, si racconta dei roghi di libri a La Coruña voluti dai franchisti ad un mese dal golpe del 1936 per cancellare ogni traccia del passato repubblicano.
I libri come criminali, arrestati, messi al muro. Di spalle alla gente. In fila, pigiati senza lo spazio per potersi allungare, in un silenzio muto. [...]
Di tanto in tanto, quando una pagina si accartocciava, vedeva parole bruciare. Lui cercava di penetrarle, di catturarle prima che diventassero fumo. ora capiva perché quei roghi facevano così poche fiamme. Il fuoco bruciava verso dentro, seguiva i solchi delle parole stampate.


Pepe Carvalho, l' investigatore inventato da Montalban, brucia i libri per vendicarsi del poco che gli hanno insegnato a vivere e del molto che invece lo hanno allontanato da un rapporto spontaneo ed entusiasta con la realtà. Ne parla Rino Pensato in  La "griglia" di Pepe Carvalho.
[Pascuali]: “Brucia i libri? Hai sentito quel che ha detto, Vladimiro? Il signor Pepe Carvalho brucia i libri. Questo compito spetta a noi, ai poliziotti. Non è vero? Bruciare i libri è roba da fascisti. Lei è fascista?”
[Pepe]: “Un po’, come lei, come tutto il mondo.”
Quintetto di Buenos Aires


Anna, la protagonista del romanzo Nel paese delle ultime cose di Paul Auster, vaga per una terra completamente devastata e desolata alla ricerca del fratello. Durante un rigidissimo inverno si rifugia all'interno di una biblioteca e i libri vengono bruciati per riscaldarsi.
Forse questo liberava in me qualche segreta collera; o forse era semplicemente un modo di riconoscere che ciò che accadeva ai libri non aveva alcuna importanza. Il mondo al quale erano appartenuti era finito, e almeno così servivano a qualcosa. La maggior parte, tra l'altro, non meritava neanche di essere aperto: romanzi sentimentali, raccolte e discorsi politici, manuali superati.


E infine due poesie, due voci diverse sul silenzio, sull'essere dimenticati. La prima di Roberto Roversi, nella raccolta Libri e contro il tarlo inimico, Pendragon, 2012, in cui il fuoco ricorre spesso

I libri compagni del fuoco.
Tutti i libri sono scritti
per essere poi distrutti dal fuoco.
Ricordo l’alone della pagina che brucia
e come annera scompare urlando la
parola stampata
ricordare come diventa cenere bianca
l’urlo dell’uomo
che ha scritto pensieri con mano nervosa e poi
la discesa nel buio senza tempo
di una tomba etrusca e
quante voci risa prima del fuoco e scritture veloci
lasciando sul tavolo coperto di polvere
segni di mistero
che nessuno leggerà.
Silenzio.
Destino di questa età.


La seconda, celeberrima, Il rogo di libri, di Bertolt Brecht, qui nella traduzione di Franco Fortini

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
- uno di quelli al bando, uno dei meglio - l'elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d'ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l'ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!


Poi se i roghi di libri non vi hanno ancora stancato, segnalo di Michele Santoro, Ecpirosi apocrife, in Biblioteche oggi, dicembre 2000 e Lucien X. Polastron, Libri al rogo. Storia della distruzione infinita delle biblioteche,  Sylvestre Bonnard, 2006



venerdì 15 novembre 2013

Ancora di libri e medicina e biblioterapia

Sollecitata da alcuni commenti in rete e da un paio di mail ricevute, provo ad articolare meglio quanto ho scritto nel post precedente.
Su Curarsi con i libri ho opinioni parziali e contrastanti. L'ho sfogliato, sleggiucchiato qui e lì, spesso il tono è leggero, ironico, insomma il registro sembra essere quello del gioco con i lettori. Quello che non mi piace è il metodo prescrittivo, l'equazione per cui ad un determinato sintomo corrisponda un preciso rimedio letterario. Chiunque legga sa benissimo che nei libri troviamo tante cose: lenimento al dolore, sollievo alla fatica, immedesimazione, senso di comprensione profonda, ma sappiamo anche che questi sollievi, questi rimedi si trovano per caso per folgorazione improvvisa e forse è proprio questa casualità che ci fa amare la lettura.
Quando poi le situazioni si fanno più complicate, le malattie  più serie, come nel caso della depressione, il tono del libro cambia, e sembra che le autrici credano veramente alle virtù terapeutiche dei romanzi. Leggete cosa scrivono a proposito degli attacchi di panico:
Se nonostante questo rimedio - le autrici avevano appena consigliato la lettura di un libro il cui protagonista "è l'essenza della calma" - gli attacchi di panico continueranno a molestarvi negli ascensori o per strada, se continuerete a svegliarvi nel cuore della notte con una incontenibile voglia di piangere, se il vostro umore, la mattina, si mostrerà di un grigio topo permanente, allora non lasciate che qualsiasi psichiatra vi accerti una forma acuta di disturbo dell'adattamento incline a una depressione di media severità e vi riempia di psicofarmaci, piuttosto gettatevi sulla lettura poliziesca e sui legal thriller.
Qui si è rotto il patto di gioco col lettore, si va molto, e pericolosamente oltre, si consiglia di non andare dallo psichiatra e di leggere piuttosto un bel poliziesco.
Ora a me tutto questo sollecita qualche riflessione in ordine sparso, alcune di carattere generale, altre  più strettamente legate alle biblioteche e al mio lavoro.
La prima è che si è annullato completamente il principio della competenza. Tutti discettano di qualsiasi cosa: l'insegnante di francese di mia figlia tiene concioni sul metodo stamina e il fatto di non avere né competenze specifiche per farlo né informazioni  attendibili non le impedisce di avere una posizione fortemente ideologica sulla questione e di comunicarla tranquillamente ad undicenni durante l'ora di lezione. Appassionate di lettura si sostituiscono a psichiatri e prescrivono polizieschi come fossero benzodiazepine.
In biblioteca arrivano persone che stanno male, che sappiamo essere in cura presso i centri di salute mentale e cercano libri per curarsi senza farmaci, con la forza di volontà, come se certe malattie fossero dovute a svogliatezze, fossero una colpa.  Poi arrivano persone che cercano testi di "specialisti" che propongono di curare il cancro col potere della mente o i reumatismi mangiando cibi bianchi. Sì è annullata qualsiasi idea di metodo scientifico. I libri dei ciarlatani sono allegramente a scaffale a fianco di quelli di "veri" scienziati. E se mi obiettate che la biblioteca dovrebbe selezionare il materiale che acquisisce, dotarsi di carte delle collezioni, di criteri di scelta ben precisi, vi rispondo che il principio di incompetenza regna trasversale ed è annidato saldamente anche in molte biblioteche.
E' vero, come mi ha scritto qualcuno, che in campo medico la cura non sempre porta alla salute, è anche vero che possono esservi pessimi medici, e che possiamo avere molteplici approcci alla malattia e alla cura ma, in ogni caso, siamo all'interno di un sistema scientifico basato su un metodo, su protocolli certi e validati.

Poi, e torniamo a parlare di lettura e di lettori, questo libro ha avuto un grande e bel lancio da parte della casa editrice. I lettori possono inviare recensioni che verranno pubblicate sul sito della Sellerio, fino a pochi giorni fa era il turno dei bibliotecari che erano invitati a fare i "farmacisti letterari" individuando uno o più libri per altrettanti mali.
Come ho detto parliamo di libri, suggeriamo letture, giochiamo anche al dottore e all'ammalato ma, personalmente, comincio ad avvertire un fastidio crescente per tutte quelle iniziative che attribuiscono ai libri virtù terapeutiche o salvifiche o di elevazione spirituale e che, più o meno esplicitamente, suddividono il mondo negli eletti, i pochi (pochissimi in Italia) che leggono e in tutti gli altri, coloro che non leggono, che non si elevano.
E avverto uno scarto sempre più grande fra i numeri di coloro che non leggono e il lavoro che si fa ogni giorno in biblioteca, con chi già la frequenta, con chi già legge: consigli di lettura,  proposte tematiche, scaffali particolari, vetrine novità, due chiacchiere con gli utenti. Insomma un lavoro bellissimo che ci gratifica e rassicura, ma, tutto sommato, una navigazione in acque tranquille mentre fuori c'è il mare aperto delle non letture, dei non lettori.
Toccherà prendere il largo, prima o poi.

giovedì 14 novembre 2013

Scusate, c'è un medico in sala?

Sto leggendo, in realtà saltabecco qui e lì per le pagine, Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin, Sellerio.
Arrivata alla parola depressione sono un po' perplessa.
Quando non ho le idee chiare  su qualcosa mi piace ripartire dalle definizioni.
Copio quella del Dizionario di medicina Treccani (Qui la definizione per esteso).

Depressione 

Deviazione del tono affettivo in senso malinconico, triste, con sintomi cognitivi, comportamentali e somatici che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire il tono dell’umore in modo da lieve a grave, compromettendo la socialità e la psicologia di una persona. La d. non è quindi un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura sé stessa, gli altri e il mondo esterno. La d. talvolta è associata a ideazione suicidaria e quasi sempre si accompagna a deficit dell’attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari e della libido, estrema ed immotivata prostrazione fisica.
Classificazione. I meccanismi all’origine del disturbo consisterebbero in una disfunzione della neurotrasmissione cerebrale della serotonina, della noradrenalina e della dopamina...


Insomma mi sembra una cosa seria, una malattia le cui cause sono probabilmente molteplici e di diversa natura (Qui trovate un po' di approfondimenti).
Ora invece vi trascrivo come viene definita la depressione in Curarsi con i libri
La depressione è una scala graduata. Nel migliore dei casi, come capita ogni tanto alla maggior parte di noi, significa una giornata o un periodo in cui non va bene niente, ci sembra di non avere amici, e ci sentiamo prigionieri della malinconia. (...)
Nel peggiore dei casi, tuttavia, c'è un'enorme nuvola nera che scende su di noi senza preavviso, senza una ragione particolare, e senza via d'uscita. Questa è la depressione clinica, una grava forma di malattia mentale che è difficile da trattare e soggetta a ricadute. Se siete abbastanza sfortunati da essere inclini a questo tipo di depressione, è improbabile che una lettura leggera e ariosa possa tirarvi su. (...)
Può sembrare una contraddizione, ma in questi momenti un romanzo che dice le cose come stanno - con personaggi che si sento altrettanto depressi di voi, o con una visione del mondo senza compromessi nella sua negatività - può colpire nel segno, incoraggiarvi a essere più gentili con voi stessi, offrirvi sostegno in maniera appropriata ...

Ecco per dirla con Luca Ferrieri tutto questo mi genera un moto di salutare diffidenza, anzi di profonda indignazione.
Parliamo di libri, suggeriamo letture, giochiamo anche al dottore e all'ammalato se proprio vogliamo farlo ma con la consapevolezza che in ogni caso la lettura non è una medicina e che la tentazione di prescrivere un libro per ogni malattia, se non è intesa come un gioco, è sommamente pericolosa (ancora Ferrieri, Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire, p. 99).
Insomma  la depressione, gli attacchi di panico son cose serie, ci vuole il medico, non scherziamo per favore

lunedì 4 novembre 2013

Leggere digitale


E' appena uscito negli Stati Uniti un libro decisamente particolare. Si tratta di S, di J.J. Abrams e Doug Dorst. Ne parlano, fra gli altri, il New York TimesWired,  il Financial Times, e l'Indipendent.
J.J. Abrams è un produttore, sceneggiatore e regista famoso in Italia soprattutto per aver ideato la serie televisiva Lost e per aver diretto, nel 2009, il film Star Trek.
S, si presenta come un cofanetto con all'interno un libro, il romanzo Ship of Theseus del misterioso autore V. M. Straka. Il libro sarebbe stato pubblicato nel 1949 ad opera del suo traduttore F. X. Caldeira che firma una nota iniziale. La copertina in tela stampata, i caratteri,  la carta ingiallita, tutto concorre a creare un libro di quel periodo. Il volume inoltre ha sul dorso un'etichetta della Biblioteca della Pollard State University e, all'interno i relativi timbri.
La vera sorpresa però si ha aprendo il libro e scoprendo che il testo è completamente annotato e postillato nei margini con scritte a penna di colori e mani diversi.
La storia insomma si dipana su diversi livelli: il testo di Ship of Theseus, i commenti a margine di Eric, uno studente, ai quali si aggiungono quelli di Jen in un gioco continuo di rimandi. Inseriti all'interno del libro, come se vi fossero stati occasionalmente dimenticati, vi sono poi cartoline, fotografie, fogli vari ed una piantina del college disegnata su un tovagliolo di una caffetteria. Se evidenti sono i rimandi a Fuoco pallido di Nabokov, per la figura di Kinbote, il redattore delle note, o a Casa di foglie di Mark Danielewski, e più in generale ad alcuni racconti di Borges, bisogna anche ricordare un libro uscito negli anni '90, Griffin&Sabine, di Nick Bantock, un epistolario amoroso con vere e proprie lettere da estrarre da buste contenute all'interno del libro.

Un bell'esempio di opera pensata e concepita per essere realizzata su carta che, alla luce di una lunga discussione all'interno del gruppo facebook Leggere digitale, definirei metaromanzo a tre dimensioni. La discussione, partita da un articolo di Marco Belpoliti di oltre un anno fa che sosteneva, senza grosse basi scientifiche, che quanto si legge sugli ereader sia destinato all'oblio per la mancanza di tridimensionalità, di orientamento spaziale, si è poi arenata su una contrapposizione carta versus digitale francamente inutile.
Estrapolo da quella discussione una frase di Fabrizio Venerandi che mi sembra centrare bene il problema:
Leggere digitale è leggere digitale. Fare sforzo di lettura in digitale "come se fosse la carta", ovvero senza il digitale, è fare un balzo indietro di trent'anni.
La lettura digitale presuppone quindi libri (e quindi scrittori ed editori) che pensino anche in digitale..
Il libro di Abrams è un esempio, in negativo, di questo. Pensato per essere realizzato con la carta, anzi basato sulla carta, sulla pagina, sulla fisicità  (l'ingiallimento, le note nei bordi, i finti memorabilia lasciati fra le pagine) ha avuto la versione ebook al tempo stesso più banale e più fedele al cartaceo che si potesse immaginare: la riproduzione, schermata per schermata, delle pagine del libro. Forse l'unica possibile, ma mi meraviglia che alcuni elementi propri della lettura digitale, come la possibilità di condividere sottolineature e note, non siano stati presi in considerazione.

Forse non è un caso se, quando è stato chiesto ad una serie di scrittori se e come le nuove tecnologie abbiano cambiato la trama dei loro libri, molti hanno  citato facebook, twitter, i cellulari ma nessuno ha pensato alla lettura digitale (qui).

mercoledì 18 settembre 2013

Contro la biblioterapia

"Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma noi abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev’essere la scure per il mare gelato dentro di noi. Questo credo."

Franz Kafka, Lettera a Oskar Pollak del 27 gennaio 1904

venerdì 6 settembre 2013

Caro aNobiana/o ...

Mi scrive aNobii in persona
Ciao! E’ da un po’ che non passi da aNobii.
Ti scrivo per darti alcune buone notizie.
Al contrario di quello che era stato annunciato tempo fa, l’attuale sito di aNobii non verra’ sostituito da una nuova versione. E’ stato pertanto deciso di dedicare nuove risorse al miglioramento della piattaforma corrente ed infatti, gia’ da un paio di settimane, abbiamo risolto alcuni importanti ‘bachi’ che creavano problemi da tempo:
- Abbiamo migliorato il supporto per la lingua usata per scrivere le recensioni
- Abbiamo aggiornato e migliorato i dati del UI italiani
- Abbiamo risolto alcuni problemi legati all’integrazione con Facebook e Twitter
Ci rallegra molto vedere come queste migliorie abbiano gia’ portato una netta crescita dell’attivita’ su aNobii: solo nell’ultimo mese 374,917 libri sono stati aggiunti alle librerie personali and 20,936 libri sono stati recensiti e votati.
Non ci fermeremo qui visto ch e la lista di miglioramenti e bachi da risolvere e’ ancora lunga e se ti va di darci una mano te ne saremo grati! Dai un’occhiata al sito e mandaci pure tutti i suggerimenti che vuoi.


Caro aNobii

Veramente son passata ieri e anche l'altro ieri e anche il giorno prima, forse non stavi attento.

Sono ben lieta di darti una mano, solo per questa volta, sia chiaro. Correggere bozze  è un lavoro serio e potresti dedicare qualche risorsa anche al miglioramento delle mail che mandi.
- hai migliorato il supporto per la lingua per scrivere le recensioni, se riuscissi anche a scrivere già, verrà, attività con l'accento sarebbe perfetto
- Il miglioramento dei dati del UI italiani è una grande notizia. Cosa sono esattamente  il UI italiani?
- Avevo notato alcuni problemi legati all'integrazione con Facebook e Twitter. Da quando li hai risolti non si integrano per nulla.
Rispetto alla netta crescita dell'ultimo mese, esistono dati relativi ai mesi precedenti?
Un ultima cosa. In questo momento sul mio scaffale il libro di Luca Ferrieri, Fra l'ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire ha la copertina di Versi perversi di Roald Dahl, Suite francese della Némirovsky, quella di Libertà di parola di Nigel Warburton e Nella vigna del testo di Ivan Illich, quella di Ogni giorno di David Levithan, solo per limitarmi alla prima pagina.
Vanno considerati come bachi, o si tratta invece di originali suggerimenti di lettura basati sulla serendipità?

Ma soprattutto, caro aNobii, chi sei e di chi sei?
Sul sito italiano le informazioni sono ferme al 2010, all'acquisizione da parte di HMV. Non c'è traccia del passaggio di proprietà a Sainsbury (ne avevamo parlato qui) di inizio 2013 né, tantomeno, di eventuali ulteriori cambiamenti.

Ecco, se posso permettermi caro aNobii, se volessi apportare miglioramenti partirei da qui.

Nel frattempo, per farvi un'idea,  su minima&moralia, La triste storia del social reading in Italia, di
Alessandro Gazoia (jumpinshark)

sabato 24 agosto 2013

Avanguardie artistiche

L'artista statunitense Jesse England ha creato un esemplare cartaceo della propria copia elettronica di 1984. L'ha fatto fotocopiando ogni singola schermata del proprio e-reader e facendo rilegare il tutto.
Nel 2009 Amazon rimosse dagli e-reader copie del romanzo 1984 di Orwell che erano state messe in vendita ad un prezzo scontato da un editore che non aveva i diritti per farlo. Questo ebook di carta è un modo per riflettere sui cambiamenti dei media digitali.
Vorrei ricordare che anche noi a Forlì abbiamo avuto le nostre avanguardie artistiche: l'uomo che rilegava Wikipedia e la donna che stampava gli e-mail book.
E che, modestamente, siamo stati i primi a parlarne in queste pagine, insomma in queste che sarebbero pagine se qualcuno le stampasse.

lunedì 12 agosto 2013

Pesci d'agosto

Il Corriere della sera di ieri, 10 agosto, pubblica la allarmante notizia della presenza nelle acque della Svezia meridionale del Pacu, il pesce "mangia-testicoli". Inutile spendere parole sulla qualità dell'articolo, sul fact- checking (non più di 5 minuti di ricerche su internet permettono di avere più di un dubbio sul fatto che questo simpatico animaletto abbia effettivamente l'abitudine di cibarsi di testicoli). Insomma siamo quasi a ferragosto e i giornali dovranno pur riempire le loro pagine con qualche notizia "leggera"!
Interessanti anche i commenti all'articolo, in particolare quelli che citano come fonte autorevole la voce di Wikipedia dedicata al pacu perché "almeno è scritta con le references come un articolo scientifico". Fonte ritenuta autorevole sia per dimostrare l'esistenza del pesce che le sue stravaganti abitudini alimentari, peccato che in questo caso la nota rimandi ad un articolo di un tabloid inglese in un cortocircuito disinformativo che si autoalimenta.
Comunque tutta questa storia del Pacu mi ha fatto venire in mente un romanzo letto qualche anno fa: Gli uomini delfino. Un intrigo sudamericano dello scrittore Australiano Torsten Krol.
I componenti di una famiglia tedesca, in fuga dopo il crollo del nazismo, si trovano in mezzo alla foresta amazzonica, accolti come semidei da una tribù primitiva.
Ad un certo punto di una storia piuttosto intricata fa la sua comparsa un piccolo pesce, il candirù, "un minuscolo membro della famiglia dei pescigatto. Altrimenti noti come pesci stuzzicadenti. Vive nelle branchie, ma soprattutto nella cloaca di pesci più grandi. [...] il candirù è attratto dall'odore dell' acido urico. Se ti capitasse di orinare mentre nuoti, ogni candirù nelle vicinanze salterebbe nel flusso della tua urina e risalirebbe fino all'uretra. Da lì estenderebbe le sue spine, per aggrapparsi forte, bloccandoti completamente l'uretra. [...] L'unico rimedio, si dice, è l'amputazione del pene".
Dal momento che il candirù nel libro di Krol ha una funzione ben specifica, che è quella di essere lo strumento di mutazione, di cambiamento di uno dei protagonisti, pensavo che la sua natura fosse puramente immaginaria, insomma che non fosse altro che un'invenzione, ed anche particolarmente fantasiosa, dello scrittore australiano.
Invece esiste veramente e la sua storia ha parecchie analogie con quella del pacu. In entrambi i casi a due pesci effettivamente esistenti sono state attribuite caratteristiche non vere ma particolarmente inquietanti.
Solo che nel caso del candirù queste inquetudini sono state raccontate dalla penna di Krol, ma anche quella di William S. Burroughs, Il pasto nudo, di Michael Cordy, Il manoscritto di Dio, di Douglas Preston, Il codice, di Julian Barnes, Una storia del mondo in 10 capitoli e mezzo e sono entrate anche in un'episodio di Grey's Anatomy.
Il povero pesce pacu, invece, finora ha incontrato solo la penna di un cronista in una calda giornata d'agosto.

Se poi i pesci fantastici non vi hanno ancora stancato nel Manuale di zoologia fantastica di Borges potete trovare il centoteste, il pesce-hua, gli uomini marini, gli ittiocentauri, ovviamente le sirene e, anche se pesce non è, lo zaratan.

giovedì 8 agosto 2013

I dintorni di Amazon

Ci sono libri  che ci colpiscono profondamente e che, dopo averli letti, continuiamo a desiderare tenere sotto mano per consultarli, rileggerne qualche pagina.
Per me uno di questi è Soglie. I dintorni del testo, di Gérard Genette. L'ho incontrato grazie ad un esame universitario e mi è dispiaciuto subito non poterlo acquistare. Pubblicato presso Einaudi nel 1989, ristampato nel 2008,  è da tempo esaurito.
L'ho cercato nelle librerie della mia città, Forlì, a Bologna, Ravenna, nei mercatini, nei negozi di remainders (quando ancora esistevano), nei siti di vendita online, ma senza nessun risultato.
Poi due giorni fa, mentre scrivevo il post precedente e mi rammaricavo di non averlo fra le mani, ho scoperto in maniera assolutamente casuale che su Amazon ce ne erano in vendita alcune copie.
Martedì sera dopo le 10 è partito il mio ordine e questa mattina poco dopo mezzogiorno è arrivato il libro. Un volume in perfette condizioni del 1989 recuperato, immagino, in chissà quale magazzino e che nessuno era riuscito a procurarmi negli ultimi 4 anni.
Insomma io su Amazon continuo a pensarla esattamente come un anno fa (Monopolio)

Poi potrei parlarvi anche del corriere che questa mattina non trovandomi a casa è ripassato una seconda volta. Continuando a non trovarmi mi ha telefonato per accordarci sulla consegna e ha avuto la pazienza di aspettare che tornassi. (Era tenuto solo a passare due volte in due giornate diverse e a lasciare cartolina nella cassetta delle lettere). Mentre lo ringraziavo mi ha risposto che quando qualcuno ordina un libro, generalmente ha piacere di riceverlo il più presto possibile per cominciare subito a leggerlo.

Dimenticavo: su Amazon ci sono ancora in vendita 5 copie di Soglie. Fateci un pensierino!

martedì 6 agosto 2013

L'uomo che legge solo libri di carta, il paratesto e Geronimo Stilton

L'uomo che legge solo libri di carta gongolava l'altro giorno.
Gli raccontavo che stavo leggendo Molto forte, incredibilmente vicino e che la versione in ebook non rende la complessità formale del libro: pagine con scritte originariamente colorate, lettere, fotografie, disegni, pagine semivuote e altre affollatissime finiscono per essere scarsamente leggibili con l'ereader, col rischio di compromettere il senso dell'intero romanzo.
Incuriosita sono andata a cercare il libro di carta (e ho anche controllato la versione per tablet) per farmi un'idea, per capire cosa mi fossi persa.
Se volete un parere argomentato che trovo condivisibile potete leggere Adattamenti giudiziosi. Extremely Loud&Incredibly Close tra romanzo e film di Umberto Mazzei, in 404: File not found che dice, fra l'altro,
Escludendo la patina di sperimentalismo e gli “effetti speciali” tipografici – che non adempiono alcuna funzione specifica, non aggiungono alcun surplus di senso apprezzabile...
Se invece volete un parere più radicale confesso che certe pagine mi ricordano quelle dei libri di Geronimo Stilton e credo che assolvano alla stessa funzione: strizzate d'occhio un po' furbette all'indirizzo del lettore.
Insomma alla fine non credo che  la lettura del libro di carta avrebbe aggiunto qualcosa, Foer stesso, in questa intervista, afferma che
Se questa scrittura può sembrare differente o sperimentale, non è perché io voglia fare sperimentalismo , ma perché voglio scrivere nel modo che può risultare più utile per me, non sento alcun tipo di obbligo per la forma .
Restano comunque  aperte due questioni: come affrontano gli editori digitali i problemi del paratesto (in questo caso direi in nessun modo) e se gli scrittori, nel momento in cui scrivono, cominciano a porsi il  il problema della versione digitale del loro libro.

Puntate precedenti:
1   Così vicino, così lontano. Dialogo di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book
2   Legàmi. Tragedia in due, tre battute, di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book
3   Guerra e pace fra un lettore di libri di carta e una lettrice di ebook
4   Le brugole e l'uomo che legge solo libri di carta


Lettura consigliata: Gérard Genette: Soglie. I dintorni del testo, Einaudi, 1989

venerdì 28 giugno 2013

Le solite letture estive

Qualche giorno fa, al termine di una mattinata in biblioteca passata a "infliggere" letture estive scrivevo su facebook due messaggi:

Studenti e liste di lettura. Esaurite tutte le copie di La coscienza di Zeno, in esaurimento Il giovane Holden e L'amico ritrovato. Esauriti di Primo Levi Se questo è un uomo e I sommersi e i salvati. Il sistema periodico e La chiave a stella  non se li fila nessuno. Va forte Pirandello. Prof. proviamo a variare un po?

Studenti con lunghe liste di letture per l'estate.   -  ne devo leggere 3, quali sono i più corti?

Grazie ai commenti di alcuni colleghi  è nato un bollettino degli "esauriti" cui si sono aggiunte una serie di riflessioni interessanti che provo a riportare
Da Pistoia segnalano finiti  Una questione privata, Il pozzo e il pendolo, Assassinio sull'Orient Express, da Cervia Il barone rampante, Il giardino segreto, Io e te... nel frattempo da noi sono terminate tutte le copie dei vari baroni, visconti e cavalieri di Calvino.

Insomma tutti gli anni la stessa storia (vi accennavo qui): liste di libri, sempre gli stessi, a volte pochi, 5 - 6, suggeriti indistintamente e indiscriminatamente a classi di oltre 25 studenti.
A ogni lettore il suo libro/a ogni libro il suo lettore?  assolutamente no, piuttosto le letture estive concepite come campagne di vaccinazione obbligatorie col rischio che l'unica malattia che si andrà a debellare sarà proprio quella che invece si vorrebbe inoculare: la passione per la lettura.
E infatti, come scrive Antonio, "non è un caso se, raggiunto il diploma, gli studenti scompaiono quasi dalle statistiche delle biblioteche. 13  anni di scuola sono un colpo mortale per ogni lettore potenziale".

Letture estive vissute con fastidio anche dalle famiglie che davanti al tutto esaurito delle biblioteche non si pongono nemmeno il problema di acquistare il libro, magari in piccoli gruppi (si tratta sempre di edizioni economiche che non vanno oltre i 10 - 12 euro), considerandolo un oggetto sul quale non vale la pena buttare denaro, privo completamente di valore, di capitale simbolico.
Riscuote scarso successo anche l'idea, per i libri il cui diritto d'autore è decaduto, di accedere all'ebook gratuito, e questo dovrebbe forse far riflettere sul fatto che la diatriba su lettura cartacea versus digitale è veramente poca cosa rispetto al problema vero che è quello della lettura tout court.
Alcune biblioteche provano ad intervenire, parlando direttamente con gli insegnanti, come mi racconta Donata, coinvolgendoli, sensibilizzandoli riguardo all'impossibilità da parte della biblioteca di soddisfare decine e decine di utenti con le stesse richieste.  In alcuni casi i bibliotecari riescono a proporre agli insegnanti proprie liste, percorsi di lettura, più ampi e più variati ma è innegabile che si tratti di casi abbastanza isolati e che non esista una solida e diffusa tradizione di proposte di letture estive e di collaborazione biblioteche/scuole in questo senso.

Da collocare invece alla voce "Colossali corbellerie che potevano essere concepite solo da chi, pur lavorando in biblioteca, non ne ha un'idea" la proposta per il prossimo anno di contattare anticipatamente gli insegnanti, chiedere loro la lista delle letture estive ed acquistare tutte le copie necessarie (10, 100, 1.000? a questo punto prendete le carte delle collezioni delle vostre biblioteche e fare un bel rogo, per far bruciare meglio aggiungete anche qualche volume sulla costruzione delle raccolte) per soddisfare tutte le esigenze degli studenti.

E infine il secondo post, quello sulla lunghezza dei libri. E' il tormentone dell'estate: studenti che contano le pagine, analizzano la grandezza dei caratteri, soppesano i tomi (una collega mi raccontava che, stanca di sentirsi chiedere quale fosse il libro più leggero, aveva portato in biblioteca una bilancia) salvo poi portarsi a casa libroni immensi se suggeriti dagli amici, come mi racconta Paolo.

Studente: Di questa lista della scuola, mi dia il più corto.
Bibliotecario: Sarebbe Tonio Kröger.... corto ma un po' impegnativo...
Studente: Va bene lo stesso, basta che sia corto. A proposito, avete Il signore degli anelli?
Bibliotecario: Sì, ma è lunghissimo!
Studente: Va bene lo stesso, mi ha detto un mio amico che è bello

E se per un anno si provasse a lasciar fare a loro, agli studenti? Se potessero scegliere liberamente le letture, parlandone con gli amici, facendo un giro in biblioteca. Se l'unico "obbligo" fosse quello di provare a raccontare il perché della propria scelta, senza schede riassuntive, domande sulle comprensione del testo. Se per un'estate fossero gli insegnanti a dover leggere i libri suggeriti dagli studenti, sarebbe così terribile?

Grazie a Cristina Bambini, Donata Caselli, Alessandra Farabegoli, Brunella Garavini, Alessandro Lucchi, Paolo Pezzolo, Antonio Tolo per i contributi.

domenica 9 giugno 2013

Lo scaffale dei lettori

TTL - TuttoLibri, le pagine culturali online de La Stampa si arricchiscono con nuove funzioni social dedicate ai libri e ai lettori.
Su modello di quanto avviene ormai da anni all'estero (provate a guardare, ad esempio, le pagine dedicate ai libri di The Guardian) nel nuovo spazio Lo scaffale dei lettori è possibile, iscrivendosi, commentare i libri che vengono settimanalmente proposti dalla redazione (due per il momento: ZeroZeroZero di Roberto Saviano e Inferno di Dan Brown). Nello spazio La parola ai lettori è possibile inserire non solo le proprie  recensioni ai libri che si amano maggiormente ma anche articoli e racconti. Inoltre ogni utente può creare un gruppo di lettura ed iscriversi a tutti quelli che preferisce.
Ad appena un paio di settimane dalla sua nascita è ancora presto per capire se Lo scaffale dei lettori avrà successo e diventerà un luogo di dialogo e confronto fra amanti dei libri. Al momento la parte più "macchinosa" appare quella dei gruppi di lettura ai quali si può accedere solo tramite invito e per accettazione. Inoltre mancano alcune funzionalità,  come quelle che consentono di poter visitare il profilo degli altri iscritti e vedere agevolmente i loro contributi (al momento è possibile solo dalla sezione Graduatorie).
Insomma resta da capire se quella che viene definita "la social app di TuttoLibri" si evolverà in maniera da diventare una vera e propria comunità del libro e dei lettori, o se non si tratti, invece, di un sistema attraverso il quale arricchire le proprie pagine con  i contributi dei singoli lettori.

lunedì 3 giugno 2013

Il libro disa(r)mato

Robert The - Book gun (2006)
Ho appena finito di rileggere un piccolissimo libro, solo 54 pagine, che racconta in maniera sintetica, ma estremamente lucida e precisa, la situazione italiana delle lettura e dei lettori,  le tendenze dell'editoria e i suoi problemi.
Si tratta de Il lettore a(r)mato. Vademecum di autodifesa di Luca Ferrieri. Libro attualissimo  ma che è stato pubblicato esattamente 20 anni fa.
Era il 1993, il web muoveva, come si suol dire,  i primi passi, Domenico Rea vinceva il Premio Strega con Ninfa plebea, veniva pubblicato in Italia Come un romanzo di Daniel Pennac. La collana Centopaginemillelire della Newton Compton, che aveva iniziato le pubblicazioni nell'anno precedente, e i Millelire di Stampa Alternativa, "si affacciavano con prepotenza fra i top ten - tuttolibri doveva varare una categoria apposita che li "isolasse" dagli altri testi , permettendo così il riaffiorare in graduatoria dei pocket tradizionali, altrimenti sommersi da questi supereconomici". (Tirature '93, a cura di Vittorio Spinazzola).
Luca Ferrieri parla di una macchina editoriale  i cui 40.000 libri l'anno (oggi sono circa 65.000) sono rovesciati ogni anno sui banchi delle librerie  per tenere in vita una macchina sempre più inquinata e sempre più inquinante, una macchina che ha bisogno di rendere sempre più veloce la vita del libro, sempre più deperibile e sostituibile il contenuto, sempre più anonimo, standardizzato, sempre più ignoto il lettore..., avverte della necessità di riportare al centro della teoria e della pratica il lettore reale e mette in guardia dai pericoli di considerare il lettore esclusivamente come un consumatore e il libro come una merce. E ancora considera i danni causati all'industria culturale dalla riduzione della lettura a fruizione, dalla separazione tra la promozione del libro (oggetto che deve venire acquistato) e promozione della lettura. In questo panorama sconsolante nel quale le case editrici hanno rinunciato al loro ruolo di individuazione e selezione delle opere, Ferrieri vede una via d'uscita nella forza dei lettori: Il lettore disarmato può fare del disarmo la sua arma: proprio l'estraneità rispetto ai giochi editoriali, l'esclusione da ogni sede decisionale che non sia quella di vendita/acquisto, possono divenire punti di forza e capovolgersi in coscienza del proprio ruolo di portatore di un'utopia chiamata lettura.
Oggi,  è ancora così? Esiste ancora un'utopia chiamata lettura? Vorrei avere la forza visionaria  di Ferrieri ma credo che vent'anni di editoria mercantile abbiano ulteriormente abbassato la soglia e che se esistano sacche di resistenza di portatori di lettura, ad essere completamente disarmato sia il libro che ha perso capacità di attrarre, sedurre, essere punto di riferimento.

Negli ultimi mesi, mio malgrado, ho passato molto tempo nelle sale d'attesa di vari reparti dell'ospedale della mia città. In quasi tutte una bella libreria con una selezione anche accurata, non banale, di libri ed audiolibri. Volumi nuovissimi mai toccati, spesso aperti per la prima volta da me. Qui ho capito che il libro è diventato un oggetto sconosciuto, privo di forza.
Una libreria e, davanti ad essa, a pochissima distanza tre persone sedute. E il tempo. Il tempo lunghissimo, metafisico dell'attesa: alzarsi, sedersi, controllo del cellulare, rialzarsi, due passi, uno sguardo fuori dalla finestra, attenta analisi del contenuto del distributore bevande, di nuovo a sedere, due parole sul tempo, è una eterna mezza stagione, signora mia, e quanto ci mettono, non finiscono più.
Allo scaffale e ai suoi libri nemmeno uno sguardo. Completamente invisibili, totalmente disarmati.

domenica 5 maggio 2013

Scroll Reading Manifesto

Il medium, il messaggio e Matilde


La foto è stata scattata da Matilde Tesei
Mi è capitato ultimamente di rileggere lo Slow Reading Manifesto, un testo (non recentissimo, risale al luglio dello scorso anno) la cui stesura e diffusione è opera di Antonio Tombolini e che ha lo scopo di valorizzare una modalità di lettura, lo Slow Reading, appunto, che, con l'avvento del digitale,  rischierebbe l'estinzione.
Il manifesto parte dalla definizione di libro, basandosi su quella di Kevin Kelly:
A book is a self-contained story, argument, or body of knowledge that takes more than an hour to read. A book is complete in the sense that it contains its own beginning, middle, and end.
A questa definizione  fanno seguito una serie di punti che puntualizzano i tratti essenziali dello Slow Reading e che, pur considerando il futuro della lettura digitale, danno una definizione di ebook "vero" decisamente stringente e puntuale.
L'ebook vero non è più breve, più rapido, più facile, non è un enhanced book,è il buon caro vecchio libro, solo che è digitale: fatto solo (o quasi) di testo, tendenzialmente piuttosto lungo, tale da non consentire in genere la lettura completa in un’unica sessione se non a costo di eroismi da guinness, da leggere per lo più tra sé e sé, temporaneamente isolati dal resto del mondo, e immersi nel mondo che il libro in quel momento crea per chi legge.
L'adesione al Manifesto e la difesa dello Slow Reading passano attraverso l'utilizzo di ereader a inchiostro elettronico senza navigazione online, senza colori,  interruzioni e distrazioni. Tablet,  computer e telefonino potranno essere utilizzati ogni volta che per qualsiasi motivo non è possibile usare l’ereader, ma disattivando la connessione per tutto il tempo di lettura. Inoltre la definizione di ebook non potrà essere applicata a raccontini brevissimi, estratti di libri, articoletti.

A me il manifesto di Tombolini ha sempre fatto una strana, duplice impressione. Da una parte, da accaniti lettori, come si fa a non aderire ad un movimento che invita a riappropriarsi del tempo per immergersi, calarsi, isolarsi nella lettura?
Dall'altra il rigore definitorio, la rigidità prescrittiva non cozzano pesantemente proprio contro quella straordinaria forma di libertà che è la lettura?
Partiamo dalla definizione di ebook: un caro vecchio libro, solo che è digitale (e tocca citare ancora Gino Roncaglia e la sua Quarta Rivoluzione, che spiega benissimo come i problemi di polisemia legati al libro si amplifichino ulteriormente quando si parla di ebook). Un  libro tendenzialmente lungo, non raccontini brevissimi, estratti di libri...e qui le cose si complicano perché è vero che nel nome del digitale si fanno operazioni furbette come, ad esempio Feltrinelli Zoom (ne parlavo qui) che ha iniziato a vendere a 99 centesimi racconti estratti da libri, ma che poi ha trasformato la collana pubblicando testi inediti che difficilmente sarebbero diventati libri di carta. E perché la lunghezza dovrebbe contribuire a definire il "vero"ebook, il "vero" libro. Penso a quello straordinario racconto di Augusto Monterroso: Quando si svegliò il dinosauro era ancora lì, che a questo punto potrebbe trovare ospitalità solo nell'incarto di noti cioccolatini.
L'ebook vero non è un enhanced book. Perchè negarsi questa possibilità? Chi leggendo Guerra e Pace non  ha seguito sull'atlante gli spostamenti delle truppe? Quanti hanno ripercorso per le strade di Parigi i passi di Maigret proprio per meglio immergersi nel mondo che il libro in quel momento crea per chi legge?

Mentre ragionavo su tutto questo ho provato a pensare ad un altro cambiamento epocale, quello del passaggio dal volumen al codex, dal libro a forma di rotolo a quello come lo conosciamo noi ora.
Sappiamo che questo passaggio è praticamente compiuto verso il IV secolo d. C., che è legato alla diffusione del cristianesimo, mentre gli studiosi hanno opinioni diverse sulle sue cause. Ma quello che è veramente importante sono le modalità di lettura consentite dal nuovo formato: la possibilità di tenere il libro con una sola mano, quella di tenere aperti più libri contemporaneamente confrontandoli, quella di aggiungere segnalibri e quindi di trovare specifici passi all'interno del testo consentendone una lettura non solo sequenziale.

Insomma qualche smarrimento nell'uso del nuovo formato deve esserci stato, magari sarà nato anche qualche movimento che, pur accettandolo, lo vincolasse ad una serie di regole, di modalità di comportamento, magari qualcosa di questo genere, una sorta di Scroll Reading Manifesto
- leggerò il codex ma tenendolo ben stretto con entrambi le mani
- terrò sul tavolo un codex solo alla volta e non mi distrarrò saltando da un testo all'altro o, peggio ancora, confrontandoli
- leggerò questi libri di nuovo formato dall'inizio alla fine, senza saltare, senza guardare quanto manca all'ultima pagina, senza andare a vedere come va a finire
- non farò orecchie nelle pagine, non scriverò nei margini, non metterò segnalibri.
- cercherò di sensibilizzare tutti quelli che posso sulla necessità di salvaguardare lo Scroll Reading dall'estinzione.

Suona strano, vero? Terribilmente innaturale. Non voglio avventurarmi in terreni pericolosi di medium/messaggio, ma mi sembra che lo Slow Reading Manifesto presupponga  un'idea di neutralità del mezzo di fatto inesistente.

Mentre scrivevo queste righe è arrivata mia figlia Matilde, 11 anni, lettrice di libri di carta. Ha cominciato a giocherellare col mio kindle e mi ha detto:
- Fra qualche anno questo passerà alla storia della letteratura, vero?
- Casomai della tecnologia
- No mamma, della letteratura. Pensa a quanti cambiamenti per i libri, passare dalla carta a questa cosa nuova qui.
La considero un'opinione definitiva.

domenica 7 aprile 2013

Consigli di lettura dagli sconosciuti

Non accetto consigli di  lettura dagli sconosciuti. Soprattutto se vogliono che legga il libro, anzi l'ebook, che hanno appena finito di scrivere.

Mi sono arrivate 43 richieste di lettura e/o acquisto di ebook autopubblicati solo nell'ultima settimana. Ringrazio sinceramente per l'attenzione, ma provo a scrivere di narrativa e biblioteche, non valuto e non recensisco libri, non sono la persona giusta e questo non è il posto giusto.
E poi il lavoro del bibliotecario non è, come molti pensano, "che bello chissà quanto tempo passi al lavoro leggendo libri!".
Mi chiedo, visto che la visibilità di questo blog è minima, quanto sia grande la bolla del self publishing. In attesa che scoppi vado a leggermi un libro scelto da me

mercoledì 3 aprile 2013

Le brugole

e l'uomo che legge solo libri di carta


Mio marito, l'uomo che legge solo libri di carta, con un salto temporale che non ha mancato di stupirmi, è passato dalla lettura degli amati romanzi minori dell'800 a quella di Pastorale Americana di Philip Roth.

Siccome è persona metodica ha letto il libro due volte e l'ho visto impegnato per parecchio tempo nel prendere appunti, consultare atlanti, mappe online, spesso accompagnato da sottofondi musicali per lui inusuali.
Qualche giorno fa mi raccontato di aver approfittato della lettura di Pastorale per immergersi nella cultura e nella storia americana del periodo. Ha guardato le strade di Newark, ha cercato le immagini dei monumenti citati (come quello di Lincoln seduto su una panchina), si è documentato sugli eventi e i personaggi storici ed ha ascoltato i numerosissimi brani musicali ricordati nel libro.

Ma è fantastico - gli ho detto - gli eventi storici, le mappe geografiche, i monumenti e le foto di Newark, i brani musicali. Ti basterebbe assemblare tutto per ottenere un meraviglioso enhanced ebook.
Mi ha guardato come se, brugole in mano, gli avessi chiesto di assemblare un mobile Ikea

Puntate precedenti:
1   Così vicino, così lontano. Dialogo di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book
2   Legàmi. Tragedia in due, tre battute, di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book
3   Guerra e pace fra un lettore di libri di carta e una lettrice di ebook

lunedì 1 aprile 2013

Super Sad Smell Story

Oggi, 1° aprile, Google lancia la sua nuova applicazione, Google Olezzo, che consente di abbinare al digitale l'esperienza olfattiva. Vi spiego perché, almeno per quanto riguarda il tanto citato odore della carta (esiste su Google Olezzo l'aroma Biblioteca pubblica, un aroma di muffa e polvere che evoca ingegno e immaginazione), questa novità non può funzionare.
Non può funzionare perché  tutto cambia, le nostre percezioni, le nostre sensazioni, e tutto cambia anche molto velocemente.
Mi aiuta Gary Shteyngart col suo romanzo Storia d'amore vera e supertriste, Guanda 2011
In un futuro nemmeno troppo lontano nel quale si comunica attraverso schermi digitali chiamati äpparäti e non si impara davvero a leggere i testi, ma "solo a scorrerli per trovare informazioni" il protagonista, Lenny Abramov si ostina a leggere libri di carta. Prima in aereo dove viene invitato a smettere: "Ehi , bellimbusto, quell'affare puzza di calze bagnate". Poi giunto a casa celebra il suo Muro dei Libri. "Voi siete i miei oggetti sacri, ho detto ai libri. Soltanto io mi preoccupo ancora di voi. ma vi terrò con me per sempre. E farò in modo che un giorno torniate ad avere valore. Ho pensato a quella terribile infamia diffusa dalla nuova generazione: che i libri puzzano. E tuttavia, in preparazione  dell'eventuale arrivo di Eunice Park, ho deciso di andare sul sicuro e o spruzzato un po' di Pine-Sol Ventata di Fiori Selvatici vicino ai miei tomi, e con le mani ho sventolato le particelle nebulizzate verso i loro dorsi ordinati".

Sperando che non vada a finire come nel romanzo, Lenny a un certo punto dice ad Eunice "Non dobbiamo più leggere. Non leggeremo mai più. Lo prometto. Come potremmo leggere quando la gente ha bisogno di noi? E' un lusso. Uno stupido lusso.",  meglio concentrarsi su nuove essenze con cui profumare i libri che pensare di arricchire l'esperienza digitale. Per fortuna Google Olezzo è ancora in versione beta, secondo me lo ritireranno presto.

venerdì 29 marzo 2013

Amazon compra Goodreads




 Dopo l'acquisto, qualche mese fa, di Anobii da parte di Sainsbury (ne avevamo parlato qui) è di poche ore fa la notizia che Amazon compra Goodreads, il social network dedicato ai libri con oltre 16 milioni di iscritti.
In precedenza, nel 2008, Amazon aveva acquisito anche Shelfari, altra piattaforma dedicata ai libri e alla lettura.
(Qui trovate la notizia raccontata da Amazon e qui invece da Goodreads).
La preoccupazione principale riguarda ovviamente l'autonomia del social network e il comunicato di Otis Chandler punta molto a rassicurare gli utenti di Goodreads sul mantenimento dell'indipendenza e delle caratteristiche di comunità di ogni tipo di lettori sia che leggano libri di  "carta, audio, digitali, rotoli o tavolette di pietra".
Nonostante le rassicurazioni è lecito chiedersi (e molti dei commentatori della notizia su Goodreads lo stanno già facendo) se il social network non finirà per essere abbandonato a se stesso come di fatto sta accadendo per Shelfari ed anche per Anobii e se non vi saranno forme di censure o occultamento delle recensioni negative
Il valore aggiunto dovrebbe essere, sempre se condo Chandler,  l'integrazione dell'esperienza di Goodreads all'interno del Kindle.

domenica 24 febbraio 2013

In modo definitivamente provvisorio o provvisoriamente definitivo?*

*Georges Perec, Brevi note sull'arte e il modo di riordinare i propri libri, Henry Beyle, 2010


In questi giorni su AIB-CUR, il gruppo di discussione dei bibliotecari italiani si parla di collocazioni di letteratura, narrativa poesia, teatro. Il subject della discussione è collocare la letteratura.
Provo a tirare le somme partendo dalle informazioni raccolte nella lista. Con la convinzione che non esista un sistema di collocazione ideale e dato una volta per tutte, che ogni biblioteca sia  un caso a se stante  e che nella scelta del sistema di collocazione da adottare vadano presi in considerazione tantissimi elementi: l'utenza che già frequenta la biblioteca, quella che vorremmo la frequentasse, le tipologie di materiale, la sua consistenza, gli spazi a nostra disposizione, il personale a disposizione per il riordino degli scaffali...



Le citazioni all'inizio di ogni paragrafo sono tratte dal bellissimo libro di Jeannette Winterson, Perchè essere felice quando puoi essere normale?, Mondadori, 2012




L'immagine, Better Bookshelves, è di Grant Snider che ringrazio per avermi permesso di utilizzarla.
Grant Snider, illustratore e cartoonist, pubblica settimanalmente una striscia su Incidental comics, sue illustrazioni sono state pubblicate sul Sunday Book Review, settimanale culturale del New York Times.


Classificazione Decimale Dewey
La classificazione decimale Dewey ammette una certa discrezionalità. È un altro dei suoi punti di forza. Ci salva dalla confusione e ci concede una certa libertà di pensiero
E' probabilmente il sistema ancora oggi più diffuso nelle nostre biblioteche.
Va in qualche modo chiarito un equivoco di fondo:
Il sistema è stato ideato ai fini della catalogazione e dell'indicizzazione ma, sperimentandolo, lo si è trovato altrettanto valido per numerazione e ordinamento di libri e opuscoli nello scaffale. (Melvil Dewey)
Insomma la CDD è un sistema di indicizzazione che può essere usato ai fini della collocazione ma, di fatto, non è un sistema di collocazione.
La collocazione dei materiali a scaffale (e parliamo ovviamente di biblioteche a scaffale aperto, nelle quali gli utenti girano liberamente e hanno la possibilità di prendere in autonomia il materiale) dovrebbe essere un sistema che permetta ai lettori di orientarsi nella maniera più semplice ed immediata possibile.
Insomma, inutile girarci attorno, credo che la CDD per la collocazione della narrativa sia un po' datata.
Fra i suoi vantaggi quello di rimandare a specifiche aree geografiche, a specifici periodi temporali, di mettere insieme autori e critica sugli stessi, ma ai suoi strenui difensori, a quelli che pensano che organizzando il materiale in altra maniera si perdano informazioni (non si perde nulla, è tutto nel catalogo!) faccio una domanda a bruciapelo: fra narrativa danese, finlandese, islandese, norvegese, svedese quale non è collocata a 839 e dove andreste a cercarla? E, soprattutto, quanti dei nostri utenti lo sanno?
Gli svantaggi? Innanzitutto la non immediata comprensione del sistema. Poi se avete un catalogatore virtuoso della classificazione che si diletta nella moltiplicazione della cifre dopo il punto, se le etichette sono piccole e i colleghi che collocano un po' presbiti (non ridete la presbiopia ci accompagnerà dal suo insorgere alla pensione, e si tratta di molti lunghissimi anni) tenere in ordine gli scaffali diventerà un impegno costante e la ricerca di libri collocati fuori posto un assillo quotidiano.

Se nella vostra biblioteca la narrativa è collocata secondo la CDD e pensate di continuare ad utilizzare questo sistema, perché i vostri utenti sono abituati, la conoscono, o per qualsiasi altro motivo, almeno usate la forma ridotta e concedetevi libertà di pensiero per venire incontro alle esigenze dei lettori. (Un piccolissimo esempio, ma se ne potrebbero fare a decine: quell'unico volume con i testi teatrali di Tabucchi, I dialoghi mancati, è più facilmente reperibile dal lettore se lasciato tutto solo nella letteratura drammatica italiana 852.9 o se assieme alle altre opere di narrativa dell'autore 853.9?)


In ordine alfabetico per autore
Non avevo idea di cosa leggere, né da dove cominciare, così decisi di procedere in ordine alfabetico. Grazie a Dio, lei di cognome faceva Austen…
Applicato a tutto il materiale narrativo della biblioteca oppure ad una sua parte (Biblioteca Sala Borsa, ad esempio, colloca in questa maniera quanto pubblicato dopo il 1945), in genere indipendentemente dalla nazionalità degli autori.
Ha il grande vantaggio di essere di immediata comprensione, di semplicissimo utilizzo, è quindi molto adatta a biblioteche di grandi dimensioni, molto frequentate, come appunto Sala Borsa. Alla estrema funzionalità e alla semplicità di riordino fa da contrappunto il fatto di essere un sistema che non offre particolari suggerimenti o suggestioni. Va benissimo per quei lettori che hanno già le idee chiare, che cercano uno specifico libro, meno  per coloro (e sono tanti) che entrano in biblioteca con il vago desiderio di qualcosa da leggere.
Quindi ad un ordinamento alfabetico bisognerebbe sempre accompagnare una nutrita e rinnovata serie di proposte di lettura, suggerimenti, vetrine tematiche.


Per generi
I Gialli avevano l’etichetta bianca, ma la bibliotecaria non avrebbe mai catalogato romanzi di Raymond Chandler o di Patricia Highsmith sotto quella voce: erano opere letterarie, così come Moby Dick non era un Racconto di Mare e Jane Eyre non era un Romanzo d’Amore.
Si tratta di individuare alcuni generi letterari (Rosa, Giallo, Fantasy, Fantascienza, Romanzi storici ecc) e di collocare il materiale in ordine alfabetico per autore in scaffali specifici.
E' un sistema generalmente molto apprezzato dagli utenti che possono muoversi liberamente nella scelta all'interno del genere da loro preferito ma che, proprio per questo, può risultare a volte un po' costrittivo.
Mi spiego meglio con un esempio. Nella biblioteca nella quale lavoro la narrativa è collocata seguendo la CDD in maniera piuttosto rigida (niente forme ridotte, insomma niente sconti). Sono poi stati individuati tre generi (Giallo, Rosa e Fantastico che unisce Fantasy e Fantascienza) i cui libri sono stati disposti in ordine alfabetico in scaffali specifici posti all'ingresso della grande sala che ospita la sezione prestito.
Ovviamente questi scaffali riscuotono un considerevole successo, sia per la semplicità di utilizzo che per la loro posizione vicina all'ingresso e vicina alla postazione dei bibliotecari,  ma in qualche modo costringono i lettori a muoversi esclusivamente al loro interno, ingabbiandoli in quello specifico genere e non invogliandoli a cercare o provare altre cose.
Segnalo la Biblioteca Marsilio Ficino di Figline Valdarno che è organizzata per generi e che è riuscita a riportare questa articolazione anche nell'Opac fornendo un ulteriore strumento a disposizione dei lettori.


A pois, sì insomma coi bollini colorati
Così, i Romanzi d’Amore erano contrassegnati da un’etichetta rosa ... I Racconti di Mare subivano la stessa sorte, però avevano l’etichetta verde. L’Horror aveva l’etichetta nera.
All'interno di un ordinamento prestabilito,  la CDD o  l'ordine alfabetico, ad esempio,  si individuano  alcuni generi o temi di particolare rilevanza e li si evidenziano con etichette o bollini di colori diversi. Da una parte c'è il vantaggio di mantenere un ordinamento prestabilito, dall'altra quella di potere, con un colpo d'occhio individuare materiali specifici che possono anche essere utilizzati per esposizioni, vetrine tematiche, suggerimenti di lettura.
Ovviamente il numero dei generi individuati, e quindi dei bollini colorati, non potrà essere elevatissimo per evitare un effetto carnevalesco forse allegro e simpatico ma certamente poco intelligibile


A tre livelli
"..andrò a fare due chiacchiere con la bibliotecaria. E in ogni caso non sei obbligata a leggere seguendo l'ordine alfabetico."  Provai a spiegarle che avevo bisogno di un ordine...
L'organizzazione del materiale sul modello della biblioteca a tre livelli prevede un settore che viene definito di ingresso, vicinanza, prossimità all'utente che va ad aggiungersi a quello a scaffale a aperto e al magazzino. In questo primo settore i materiali non vengono collocati secondo la CDD o altro sistema, ma in maniera di essere quanto più possibile vicini alle esigenze, ai desideri e alle curiosità dei lettori. E quindi materia, temi, argomenti specifici, insomma tutto quello che può venire incontro a quegli interessi che vengono definiti fluttuanti, vaghi, non identificati.
E' un sistema di collocazione che favorisce la serendipità, incoraggia il browsing, suscita suggestioni e rende la biblioteca estremamente amichevole. E' anche un sistema che presuppone un grande livello di consapevolezza dei bibliotecari per far sì che la zona di vicinanza sia sempre vitale e allettante.
Applicato  dalla Biblioteca di Rubiera , in una delle sue ultime articolazioni, quella della biblioteca frattale o cangiante, e dalla Biblioteca San Giorgio di Pistoia col suo sistema delle passeggiate narrative e dei "fili" fra le opere.

lunedì 11 febbraio 2013

Pensare, classificare, collocare

Sto leggendo, immagino come molti oggi, le notizie sulle dimissioni del Papa sulle pagine web dei principali quotidiani italiani. Tutti, ovviamente, riportano la notizia in home page ma fanno scelte diverse, e interessanti per gli approfondimenti.
Il Corriere della Sera, La Stampa e Il Fatto Quotidiano rimandano alle pagine della Cronaca, La Repubblica agli Esteri, Il Giornale agli Interni.  Sole 24 ore e Libero rimandano ad una sezione Italia (in entrambi i casi non esiste la voce Cronaca)
L'Unità ecumenicamente spalma le notizie un po' in Italia e un po' in Mondo. Il Secolo d'Italia, infine, distribuisce gli articoli in Politica, in Società e in Cultura (con un pezzo sul precedente di Celestino V).
Per dirla da bibliotecari c'è un po' di confusione in materia di classificazione e di collocazione.
E siccome ho sempre pensato, come dice Joyce Saricks, che i libri vanno collocati là dove il lettore si aspetta di trovarli (cito a memoria), se le dimissioni del Papa fossero un libro in quale scaffale lo metteremmo?

lunedì 28 gennaio 2013

Coppi o Bartali?

















Libro di carta o ebook?
Se ne parla su LTA #parliamone. Il blog del Laboratorio di Tecnologie Audiovisive dell'Università degli Studi di Roma Tre

mercoledì 23 gennaio 2013

Anobii raddoppia

Ancora cambiamenti per Anobii. Oltre un anno fa l'allora AD Matteo Berlucchi aveva annunciato una nuova versione beta del social network con alcune nuove funzionalità. Versione che preludeva alla trasformazioni di Anobii in piattaforma di vendita per ebook (ne parlavamo qui). La novità non era piaciuta molto agli "anobiani", erano nati anche alcuni gruppi di protesta contro il nuovo aspetto commerciale del social network e alcuni lettori avevano  cominciato a migrare le proprie librerie su altri social network.
Dopo l'annuncio comunque c'è stato un lungo anno di stasi: la versione beta non è mai decollata, si è saputo che Matteo Berlucchi ha lasciato l'incarico,  ultimamente  dalla home page era possibile accedere ad una serie di e-book che potevano essere scaricati liberamente, iniziativa che non aveva suscitato particolare interesse, arrivando buon ultima dopo decine di altre analoghe.
Stamattina le ultime notizie. intanto un piccolo cambiamento grafico: un libro arancione aperto sulle due ii e poi, entrando nel sito, l'annuncio. Sainsbury, la catena di supermercati inglesi, che nello scorso giugno ha acquistato Anobii alla simbolica cifra di una sterlina, trasformerà la versione beta in una piattaforma di vendita di ebook, mentre il social network continuerà ad essere disponibile e funzionante al consueto indirizzo.

venerdì 18 gennaio 2013

Cose da un altro mondo

Don't panic

Vi siete finalmente decisi e pensate di acquistare un e-reader? Però non riuscite a scegliere fra i modelli attualmente in commercio, non riuscite a trovare quello che vi soddisfa completamente?
Don't panic. Allargate i vostri orizzonti e andate a vedere cosa propongono i nostri vicini di casa, gli abitanti di altri pianeti. Inauguriamo questa nuova rubrica con un modello di Betelgeuse.

"Ford aveva anche un congegno che sembrava un elaboratore elettronico abbastanza grande. Questo congegno aveva un centinaio di piccolissimi tasti piatti e uno schermo di circa dieci centimetri per dieci sul quale si poteva far apparire in qualsiasi momento la pagina che si voleva (le pagine erano un milione). Il congegno appariva spaventosamente complesso, e questa era una delle ragioni per cui sulla pellicola di plastica nella quale era avvolto erano stampate a caratteri grandi, che ispiravano fiducia, le parole NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO.
L'altra ragione era che il congegno rappresentava il libro più notevole che fosse mai stato pubblicato dalla grande casa editrice dell'Orsa Minore, ovverosia La Guida galattica per gli autostoppisti. La ragione per cui era pubblicato in forma di microelemento elettronico sub-mesonico era che, se fosse stato stampato in forma di libro normale, l'autostoppista galattico per portarselo dietro avrebbe avuto bisogno di parecchi grandi edifici estremamente ingombranti".
Douglas Adams, La Guida galattica per gli autostoppisti, Milano, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, 1999, p. 31


lunedì 14 gennaio 2013

Guerra e pace fra un lettore di libri di carta e una lettrice di e-book

Protagonisti
LUI   l'uomo che legge solo libri di carta
LEI   la donna che legge gli e-book
E' un freddo e piovoso pomeriggio invernale. Lui e lei, nello studio, stanno leggendo.

LUI   Leggi Limonov? Com'è?
LEI   Non saprei, mi piace ma penso sia più merito della vita di Limonov che del romanzo di Carrère. Lo sai che in russo c'è una parola, zapoj, che vuol dire restare ubriachi per più giorni senza smaltire la sbornia? E non è un a sbornia occasionale è proprio una ubriacatura che va cercata e mantenuta
LUI   Ma quanto bevono i russi nei romanzi. Ti ricordi in Anna Karenina i pranzi che si aprivano con sei, sette  tipi di vodka da servire con gli antipasti?
LEI   E in  Guerra e Pace chi è che si scola un'intera bottiglia stando sul davanzale di una finestra?
LUI   E' Bezuchov
LEI   No, secondo me c'era anche Pierre ma non è lui
LUI   E' Bezuchov, mi ricordo benissimo. Adesso te lo cerco. E si alza per andare a prendere il libro dallo scaffale e comincia a sfogliarlo.

Parecchi  minuti dopo
LUI   Eppure deve essere da queste parti, me lo ricordo ma non riesco a trovarlo. Comunque è Bezuchov.
LEI   (Leggendo ad alta voce dal Kindle) Reggendo in mano la bottiglia di rhum Dolochov balzò sulla finestra.... Scommetto per cinquanta imperiali che berrò l'intera bottiglia di rhum senza staccarla dalla bocca; la berrò tutta stando seduto fuori dalla finestra esattamente in questo punto
Vuoi che ti legga anche di quando hanno legato il commissario a un orso e li hanno buttati nel fiume? O preferisci la battaglia di Borodino? Sai si trova tutto in un attimo...

Puntate precedenti:
1   Così vicino, così lontano. Dialogo di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book
2   Legàmi. Tragedia in due, tre battute, di un lettore di libri di carta e di una lettrice di e-book