domenica 19 agosto 2012

la parola a tre dimensioni

Sul blog EHI BOOK! di Alessia Rastelli e Tommaso Pellizzari sono state pubblicate ultimamente alcuni interessanti  interviste sugli e-book a scrittori personaggi vari
Si va da Milan Kundera fieramente avverso alle nuove tecnologie al punto che “da molti anni ormai, aggiungo a tutti i miei contratti, in qualsiasi Paese del mondo, una clausola in base alla quale i miei romanzi non possono essere pubblicati che sotto la forma tradizionale del libro. Affinché li si possa leggere solo su carta, non su uno schermo” a posizioni più aperte.
Equilibrata quella di Gianrico Carofiglio che non vede antitesi fra e-book e carta (di cui, al solito, apprezza comunque l’odore) e a cui “piace l’idea che l’e-book costituisca uno strumento per migliorare tutto il sistema. Io leggo i libri sia in formato digitale che in formato cartaceo”.
Un dinosauro laico, invece lo scrittore Paolo Giordano, che ammette di avere un e-reader ma di non usarlo e di essere quindi un dinosauro nei comportamenti personali ma di non avere particolari preclusioni di carattere generale.
L’ultimo intervento, infine, quello di Fabio Fazio che lapalissianamente nota come in vacanza sia meglio avere 50, 100 ebook in un ereader che in una valigia, ci risparmia l’accenno all'odore ma non quello al piacere tattile della carta e conclude affermando che «la pagina è un supporto eccellente per dare tridimensionalità alla parola»
Nulla di nuovo sotto il sole: dai fieramente avversi alla nuova tecnologia, a chi non “ci si trova” senza averla mai provata, a chi afferma di usarla ma corre ogni tanto a toccare e annusare pezzi carta.
Insomma finora le osservazioni più sensate sugli e-book me le hanno fatte attorno a casa. Da mio marito che mostrandomi un’edizione Sansoni acquistata nel 1966 dei Fratelli Karamazov che sta leggendo mi chiede se sono sicura di poter rileggere fra quarant’anni gli e-book che sto acquistando ora. Ovviamente no e non solo per una questione di formati.

Fino al mio vicino di ombrellone che vedendomi col kindle si dice privato del piacere voyeuristico di sbirciare la copertina per scoprire cosa sto leggendo. E sostiene che io abbia passato l’estate impegnata non con Guerra e pace come andavo dicendo ma con le 50 sfumature di grigio.

Ammetto però che probabilmente qualcosa mi sfugge per quanto riguarda la carta. E’ l’affermazione di Fazio che «la pagina è un supporto eccellente per dare tridimensionalità alla parola». Forse era convinto che l’intervista fosse sui libri pop up, come quello, bellissimo, qui sotto che difficilmente vedremo nella versione e-book.


Nessun commento:

Posta un commento