Sul Corriere
della Sera Sono un pollo da libreria, divertente
ed ironico articolo sulle fascette che pubblicizzano i libri che, per i loro
toni enfatici, per il loro magnificare capolavori e meraviglie, fanno pensare
al lettore di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Ci sono poi le
quarte di copertina, le alette, gli strilli editoriali insomma tutto quel
materiale informativo che accompagna il libro e che in Inghilterra e negli
Stati Uniti, con una onomatopea che ricorda difficoltà digestive, chiamano
blurb.
I blurb da un po’
di tempo appaiono anche negli Opac di nuova generazione di molte biblioteche,
assieme alla immagine della copertina del libro e ad una serie di varie
funzioni come la possibilità di aggiungere tag e commenti, di votare i libri
letti, di raggrupparli in liste ecc.
E qui cominciano
alcuni problemi, secondo me. Perché è vero che questo materiale offre
informazioni aggiuntive che possono aiutare il lettore ad orientarsi, a farsi
un’idea dei libri che sta cercando, ma è anche vero che la provenienza delle
informazioni dovrebbe essere sempre dichiarata, a maggior ragione quando nello stesso spazio possono esservi
informazioni sia di carattere commerciale ( i blurb appunto) che fornite dai
catalogatori.
Mi spiego con
alcuni esempi.
L’Opac della Library of Congress aggiunge link, che si aprono in altre pagine, alla
descrizione del libro, alla biografia dell’autore e ad un brano del libro
stesso, dichiarando che la responsabilità di quelle informazioni è dell’editore.
Altri Opac come quello della Hennepin County Library, ad esempio, si attengono allo stesso
principio, ma con un’interfaccia più amichevole, propria di una Public Library.
In Italia per il
momento le soluzioni sono un po’ più pasticciate. Lo spazio riservato alle
informazioni editoriali è spesso lo stesso riservato agli abstract redatti dai
bibliotecari e in genere vige la regola che, qualora il bibliotecario non crei
l’abstract, il sistema carichi in automatico il blurb.
La Fondazione per Leggere, per risolvere il problema ha optato nel suo Opac per una duplicazione degli spazi: il campo Nota riporta l'abstract redatto dal bibliotecario e tutti i termini sono ricercabili, la voce Riassunto è invece una informazione editoriale la cui paternità è apertamente dichiarata. Resta da vedere se per l'utente sia di immediata e chiara comprensione la presenza di due saree catalogo che presentano informazioni spesso simili ma con linguaggi diversi, ma questo è un discorso che porterebbe in altre direzioni.
Differente la scelta, o meglio la non scelta, di Scoprirete, dove nel campo abstract troviamo talvolta veri e propri abstract redatti da bibliotecari con l'indicazione di parole chiave, ed altre informazioni editoriali non dichiarate come tali.
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