sabato 11 febbraio 2012

Il rilegatore di e-book

Se dovessi farmi un'idea della diffusione dell'editoria elettronica, del mercato degli ebook basandomi su un paio di episodi capitati  di recente nella biblioteca in cui lavoro, consiglierei il mestiere di rilegatore di testi digitali come professione di sicuro successo.

Il primo episodio risale ad un paio di mesi fa. Una signora arriva in biblioteca, siede ad un computer e ci dice cha avrà bisogno di molta carta perchè deve stampare un libro da internet. Ci tiene a specificare che la cosa è perfettamente legale perchè lei il libro l'ha acquistato regolarmente e anche l'editore che lo ha venduto l'ha garantita in tal senso. Provo a farle capire che l'operazione (sulla sua sensatezza non riesco a far breccia) è molto costosa ma nulla da fare. Alla fine, mentre la aiuto a raccogliere le stampe e le compilo una ricevuta da 32 euro, provo nuovamente a parlare alla signora suggerendole per le volte successive l'acquisto del libro cartaceo (avevo controllato, era in vendita a poco meno di 20 euro). La signora mi ha rimproverato di non essera aggiornata professionalmente e di non conoscere questi nuove tipologie di libri, gli email book che si comprano online, si stampano, si portano a rilegare e sono pronti!

Il secondo episodio è pochissimi giorni fa. Un signore viene i biblioteca tutti i giorni per mesi. Stampa da Wikipedia pagine e pagine sui monumenti di Roma. Poi le fa rilegare con un elegante cartoncino marrone ottenendone tre corposi volumi da 400 pagine l'uno che intitola Monumenti di Roma antica e dona il tutto alla biblioteca.

Aveva già capito molte cose  Umberto Eco  quando, e son  passati 30 anni, nel De Bibliotheca parlava della xeroxciviltà, la civiltà delle fotocopie.
Del resto la fotocopia è uno strumento di estrema utilità, ma molte volte costituisce anche un alibi intellettuale: cioè uno, uscendo dalla biblioteca con un fascio di fotocopie, ha la certezza che non potrà di solito mai leggerle tutte, non potrà neanche poi ritrovarle perché incominciano a confondersi tra di loro, ma ha la sensazione di essersi impadronito del contenuto di quei libri.
Insomma la xeroxciviltà, la civiltà del testo stampato si incontra con la civiltà digitale. O forse sarebbe meglio dire che entra in cortocircuito.
Ma c'è anche molto altro, l'idea che un testo, un  contenuto debba per forza assumere una forma libro. Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, nel definire gli e-book introduce il concetto di mimicità, qualcosa che faccia riferimento alla carta e all'inchiostro, un oggetto che "dal punto di vista della forma testuale si riallacci al'eredità della cultura del libro". 
Qui, soprattutto nel caso dei Monumenti di Roma antica, c'è una ricerca della mimicità rovesciata e all'ennesima potenza: un testo nato come digitale e che nel digitale ha la sua ragion d'essere costretto, ibernato dentro una legatura di cartoncino marrone.
E in effetti l'altro giorno sfogliando i tre volumoni dei Monumenti mi chiedevo cosa avessi effettivamente in mano: una copia esatta di Wikipedia? Una nuova opera?
Così, per confondermi ulteriormente le idee, sono andata a rileggermi Pierre Menard, autore del "Chisciotte" , di Borges.


 

2 commenti:

  1. Demenziale quello che scrivi a proposito dell'ebook, meno - se mi consenti - quello successo a proposito di Wikipedia. Wikipedia in effetti ha una funzione "Crea un libro" che consente di aggiungere ad un proprio libro personalizzato le pagine che interessano, componendole in un formato tutto sommato molto comodo. Ad esempio, quando ho preparato un articolo sui videogiochi dedicati ad Alice, messi a confronto con i libri di Carroll e il film di Burton ho composto il mio libro con tutte le voci relative (i libri, il film, Carroll, Burton, i videogiochi, McGee) e alla fine avevo la possibilità di salvarmi il tutto in PDF e/o di stamparmelo. Sono onesto: l'ho stampato, perché mi tornava più comodo mentre scrivevo il pezzo comodamente spaparanzato sul divano andare a sfogliare le stampe in cerca del corretto riferimento. Forse in quest'ultimo caso, più che sottolineare l'insensatezza del gesto potrebbe essere interessante indagarne le ragioni. Perché quell'utente si è sobbarcato la spesa (in termini non solo economici, ma anche di tempo) di realizzare un volume su qualcosa che probabilmente avete già in volume ma che comunque ognuno - in biblioteca o a casa - può consultare direttamente sul computer?

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  2. Nel caso dello stampatore wikipediano c'è senza dubbio il desiderio di vedere ricondotta ad una forma nota, riconosciuta e conclusa, quella del libro appunto, una materia che gli sembra sfuggente e labile.E poi c'è la considerazione del libro come strumento che conferisce autorevolezza al contenuto. "E' un peccato che queste cose così interessanti siano solo in internet" mi ha detto il signore

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